LinkedIn usa i dati degli utenti per addestrare l’intelligenza artificiale: come opporsi
- Postato il 8 novembre 2025
- Di Panorama
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Ventidue anni di curriculum, carriere e competenze. Ventidue anni di post, commenti e raccomandazioni. Un immenso archivio che racconta la storia lavorativa di centinaia di milioni di persone: LinkdIn venne lanciato ufficialmente nel 2003 e dal 3 novembre 2025 ha deciso di foraggiare la sua intelligenza artificiale con quei dati. Non serve fare nulla perché accada, ma si può impedirlo.

La raccolta dei dati
Attraverso la modifica della policy della privacy, la piattaforma ha comunicato agli utenti europei che i loro dati personali saranno utilizzati per addestrare modelli di intelligenza artificiale generativa. La funzione è attiva automaticamente: chi non interviene per disattivarla, acconsente implicitamente al trattamento. Un silenzio assenso tipicamente utilizzato da altre piattaforme digitali in situazioni simili.
La portata della raccolta è assai estesa se si pensa che LinkdIn attingerà da tutto lo storico disponibile, a partire dal 2003, anno di nascita del social network professionale. Entreranno nei sistemi di addestramento i dati anagrafici e professionali: nome, fotografia del profilo, esperienze lavorative attuali e pregresse, percorso formativo e competenze dichiarate, e poi verranno raccolti i post pubblicati o condivisi, gli articoli scritti, i commenti lasciati sotto contenuti altrui, i contributi alle discussioni pubbliche, le risposte fornite ai sondaggi, le segnalazioni dei problemi. Tutto ciò che risulta pubblico, mentre gli unici dati esclusi riguardano i messaggi privati, le retribuzioni e i metodi di pagamento.
Come opporsi
Per evitare che le proprie informazioni vengano date in pasto all’intelligenza artificiale, serve disattivare un’impostazione attiva di default. Con un primo metodo è sufficiente accedere nel proprio profilo nella app alle Impostazioni (simbolo dell’ingranaggio) o nel sito alle Impostazioni e privacy (nel menù a tendina), scegliere Privacy dei dati e poi Dati per migliorare l’IA generativa: qui è possibile deselezionare l’opzione Usa i miei dati per addestrare i modelli di IA per la creazione di contenuti attiva di default.
Un’alternativa è la compilazione di un modulo online fornito da LinkdIn stessa. Nel menu a tendina, sotto la voce Selezionare il tipo di richiesta di opposizione o restrizione, va scelta l’opzione Opposizione al trattamento per l’addestramento dei modelli di IA finalizzati alla creazione di contenuti.
L’opposizione può essere data sia dagli utenti già iscritti sia da quelli nuovi, ma con una precisazione indicata dal Garante per la Privacy italiano che ha pubblicato una scheda informativa dedicata. L’obiettivo è facilitare l’esercizio del diritto di opposizione previsto dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, e precisa che l’opposizione data dopo il 3 novembre impedisce di fornire i dati pubblicati successivamente a tale data. Si può solo fermare la raccolta di nuovi aggiornamenti, ma non cancellare quanto già acquisito.
Il garante sta comunque verificando la conformità della decisione di LinkedIn al regolamento Ue sulla privacy, controllando la correttezza dei meccanismi di opposizione, la tipologia dei dati personali raccolti e la validità del legittimo interesse. Proprio attraverso quest’ultimo, LinkdIn consente il trattamento senza consenso esplicito, purché all’utente sia offerta la possibilità di opporsi. Non è la piattaforma a dover chiedere, ma l’utente a dover rifiutare. E più passa il tempo, più materiale viene fornito a una macchina e non a una persona, chiamata a valutare un curriculum.