Linfoma di Hodgkin: arrivano cure più efficaci
- Postato il 4 novembre 2024
- Di Focus.it
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Uno studio clinico precocemente interrotto per gli ottimi risultati del farmaco testato sta per consegnarci un nuovo standard di terapia per i pazienti affetti da linfoma di Hodgkin. L'abbinamento dell'immunoterapia alla chemioterapia ha infatti dimostrato di bloccare la progressione della malattia ed elevare la sopravvivenza fino al 92% (contro l'83% del già molto efficace protocollo di cura tradizionale), oltre a ridurre importanti effetti collaterali sui pazienti. I risultati del trial sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.. Tumori: il linfoma di Hodgkin. Il linfoma di Hodgkin è un tumore del sistema linfatico che si presenta in genere con l'ingrossamento dei linfonodi della parte superiore del corpo (come collo, ascelle e inguine) e che comporta una proliferazione anomala dei linfociti B, globuli bianchi presenti nel sangue, nella milza, nei linfonodi, nel midollo osseo e in tutti i tessuti del sistema linfatico. Le cure dipendono dallo stadio della malattia (per approfondire), ma prevedono in genere cicli di chemioterapia abbinata a eventuale radioterapia.. Il linfoma di Hodgkin è un tumore relativamente raro (interessa ogni anno circa 3-4 persone ogni 100.000 abitanti), ma è tra i più frequenti nella popolazione tra i 15 e i 35 anni. Da qui la necessità di pensare a nuovi trattamenti che riducano gli effetti collaterali a lungo termine delle cure. Storicamente, infatti, questa popolazione di pazienti ha spesso ricevuto radioterapia insieme alla chemio, un trattamento altamente efficace nell'eliminare le cellule malate e portare alla remissione la malattia, ma che può comportare più avanti l'insorgenza di tumori secondari, infertilità, problemi cardiaci e polmonari.. Il trial, coordinato dal SWOG Cancer Research Network, una comunità globale di scienziati impegnati nella ricerca sul cancro finanziata dal National Cancer Institute statunitense, aveva il duplice obiettivo di migliorare lo standard di cura per il linfoma di Hodgkin, legato a un tasso di sopravvivenza già superiore all'80, e di minimizzare al contempo la tossicità a lungo termine dei farmaci necessari alla guarigione sull'organismo dei pazienti.. Linfoma di Hodgkin: uno studio clinico destinato ad entrare negli annali. Il trial di fase 3 ha coinvolto quasi un migliaio di pazienti seguiti in centinaia di cliniche e istituzioni accademiche degli Stati Uniti. Gli scienziati hanno tentato un approccio eccezionale - coinvolgere, nel medesimo studio clinico, pazienti in età pediatrica (costituenti un terzo dei partecipanti: i più giovani avevano 12 anni) e anziani (il 10% dei partecipanti aveva più di 60 anni). L'età mediana dei soggetti è stata di 30 anni.
Lo studio ha inoltre cercato di essere il più possibile inclusivo, coinvolgendo un alto numero di pazienti - il 25% - appartenenti a gruppi e minoranze solitamente poco rappresentati nella ricerca oncologica.. Metà dei pazienti ha seguito l'ultimo standard di terapia usato contro il linfoma di Hodgkin, una combinazione di chemioterapia AVD (doxorubicina, vinblastina, dacarbazina) unita a brentuximab vedotin, un anticorpo monoclonale coniugato a farmaco.
L'altra metà ha ricevuto la chemioterapia abbinata a un tipo di immunoterapia, a base del farmaco nivolumab, che prende di mira un'alterazione genetica caratteristica del linfoma di Hodgkin, note per facilitare la proliferazione del tumore. Il nivolumab riattiva le difese immunitarie messe fuori gioco dal linfoma e rende di nuovo visibili le cellule tumorali alle sentinelle immunitarie.. I risultati: un balzo avanti nella sopravvivenza. Dopo due anni di follow-up dalla fine delle terapie, il 92% dei pazienti nel gruppo del nivolumab è sopravvissuto e non ha avuto una progressione della malattia, contro l'83% dei pazienti nel gruppo curato con il protocollo standard. Nel gruppo seguito con immunoterapia si sono verificati meno effetti collaterali e meno pazienti hanno dovuto sospendere le cure per problemi legati ai farmaci utilizzati. Meno dell'1% dei soggetti del gruppo del nivolumab ha dovuto ricorrere a radioterapia come cura aggiuntiva.. Il trial è andato talmente bene che il National Cancer Institute ne ha ordinato la sospensione, in modo da chiedere più rapidamente alla Food and Drug Administration statunitense che il nivolumab sia aggiunto alle terapie standard per il linfoma di Hodgkin di terzo o quarto stadio (i più avanzati). Poiché l'immunoterapico è già usato in altri ambiti, ci si aspetta che l'approvazione possa proseguire velocemente e senza problemi..