L’influencer di Maria Antonietta e la verità sulla frase più famosa (che non ha mai detto)

  • Postato il 7 settembre 2025
  • Di Panorama
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Nel 1766 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria realizzò il suo più grande capolavoro diplomatico. Riuscì a combinare le nozze (avvenute tre anni più tardi), tra la figlia Maria Antonietta e Luigi Augusto, delfino e futuro re Luigi XVI di Francia, consolidando una nuova alleanza che avrebbe ribaltato i legami tra le diverse nazioni europee. 

L’allora arciduchessina, per arrivare perfetta al matrimonio, fu quindi sottoposta a un vero e proprio restyling, tanto che fu chiamato a corte uno dei più quotati dentisti dell’epoca, il francese Pierre Laveran, per raddrizzarle la dentatura e regalare alla futura regina un sorriso smagliante. Possiamo però dire che, se dal punto di vista estetico e stilistico era perfetta per la Francia, dal punto di vista della preparazione politica e storica, non era sicuramente la figlia più adatta, nonostante a quattordici anni parlasse quasi perfettamente tre lingue, sapendosi destreggiare in pubblico in una maniera eccelsa.”  

Alice Mortali, creatrice del profilo Instagram @marieantoinetteparisguide e del relativo blog “La Parigi di Maria Antonietta”, non si definisce una professoressa. Perlomeno non lo è sulla carta. Ma il linguaggio così scorrevole e il suo modo di raccontarci la sua Maria Antonietta, incanta, facendoti venir voglia di scoprire ogni singolo particolare della vita di una regina dipinta come frivola e capricciosa, quando in realtà, era una donna determinata a essere semplicemente ciò che era. Assolutamentemoderna, avanti rispetto al proprio tempo e decisa a non far ingabbiare la propria  personalità magnetica.

Alice, iniziamo a sfatare una diceria comune: la frase, attribuita da sempre a Maria Antonietta “Se non hanno pane, che mangino brioches!”

“Assolutamente: non l’ha mai pronunciata. Chiariamo tranquillamente che questa frase la si trova scritta nelle “Confessioni” di Jean-Jacques Rousseau del 1741 un’opera scritta addirittura quattordici anni prima della nascita di Maria Antonietta. Poi,  non abbiamo la sfera di cristallo e nessuno di noi era lì presente, ma come indole, come carattere, era un linguaggio che non le apparteneva per nulla. Faccio fatica a immaginarla pronunciare una risposta di quel tipo, esendo una persona, piena di buoi propositi.”

Da dove arriva un tale fervore per la vita di Maria Antonietta?

È iniziato tutto come appassionata di storia, fin da bambina. Mi ha sempre affascinato anche “la petite histoire”, quindi usi e costumi, moda, usanze. Avevo iniziato fin da giovanissima a leggere biografie storiche soprattutto di personaggi femminili, perché danno sempre uno spaccato della quotidianità che difficilmente trovi nei libri di storia classici. Sono figlia di Lady Oscar, e Maria Antonietta non era proprio un personaggio particolarmente simpatico. Infatti rimandavo la lettura della sua biografia. Del resto, in generale, se tu chiedi all’utente medio chi sia Maria Antonietta, verranno fuori i soliti aggettivi: frivola, spendacciona, pessima regina.”

Finché, circa vent’anni fa, per caso, e inizialmente non incuriosita affatto, hai finalmente letto la sua biografia

“Ho letto quella scritta dall’acutissima Antonia Fraser, e lì mi si è aperto un mondo: l’idea che avevo di questa donna, di questa regina un po’ insulsa, fastidiosa se vogliamo, si è completamente ribaltata. Era una figura complessa con una vita segnata da una tragicità unica. Per me è stato un colpo di fulmine. Più la scoprivo, più mi affascinava. Non era di certo una santa, era una donna con pregi e difetti. Anche i suoi detrattori, però, la definivano magnetica, aveva quella capacità di catalizzare l’attenzione e di far cadere il silenzio ogni qual volta entrasse in una stanza. Lei ha vissuto la vita con una parabola assurda. È partita dall’oro, con un futuro incredibile che si profilava all’orizzonte, la figlia dell’imperatrice d’Austria che sposa il delfino di Francia, per poi finire la propria vita, a nemmeno trentotto anni, in un modo che definire tragico non rende a sufficienza l’dea. Basti ricordare che le murarono vivo il figlio dinove anni.” 

Nel 2015 hai pubblicato con Mursia “Guida alla Parigi di Maria Antonietta”, il libro che ha dato il via a tutto, anche alla pagina Instagram. 

Il filo conduttore di questa guida (tradotta anche in francese) è la vita di Maria Antonietta: una biografia scandita dai suoi luoghi parigini. Il profilo Instagram è nato un anno dopo la pubblicazione, per dare visibilità al libro, tanto che il nome dell’account, non è altro che la versione inglese del titolo. Seppur nata come vetrina, gli aspetti principali della pagina rimangono la scrittura, la storia e la divulgazione. Vorrei far conoscere la donna, non la regina, al di là di tutti gli stereotipi che le hanno affibbiato. Mi piace approfondire, raccontare, spiegare, tant’è che il  mio profilo ha raggiunto una fortissima accelerazione nella primavera di quest’anno, quando ho iniziato a fare i SettecenTalks, delle conferenze online (la cui preparazione ammetto, richiede mesi di lavoro). Questo format, che ha riscosso grande successo, permette di approfondire i concetti, senza essere frenati dallo spazio limitato di un post, accompagnati sempre dalla voce di un esperto. Una molto interessante ha avuto come tema “L’etichetta a Versailles.”

Versailles, l’altra tua guida, questa volta digitale.

Con Maria Antonietta mi sono appassionata a tutto quello che era il mondo intorno a lei, di quel periodo storico e ho fatto il mio primo viaggio a Versailles. Mi piace toccare con mano la storia: abiti, dipinti, luoghi e ritratti riescono a parlarmi. Vedere i luoghi dove un personaggio ha vissuto è come sentirlo e percepirlo in maniera diretta, quasi come se il tempo non esistesse, e qualche tempo fa ho pubblicato anche una guida digitale e pratica su Versailles, il mio posto preferito al mondo.”

Analizzi e riporti le notizie in maniera molto approfondita. Dove trovi tutte queste informazioni?

È un lavoro lunghissimo, perché spesso non esistono testi specifici e completi. Quando si studiano in maniera trasversale le diverse epoche, devi consultare tante fonti, ed è faticoso per quello. In questo periodo, mi sto focalizzando sulla ricerca di materiale relativo all’infanzia di Maria Antonietta. Al momento non esiste nessun volume al mondo specializzato nell’infanzia della regina, e considerando la difficoltà nella ricerca, inizio a capirne anche il motivo! Sono stata poco fa a Vienna: sto cercando di ricostruire questa fase così poco conosciuta della sua vita, ma anche così fondamentale. La sua indole da adulta, il suo carattere, quello che poi è diventata, nascono dai quattordici anni trascorsi lì, a contatto con le sorelle, con la madre e con il padre.”

Uno degli aspetti più interessanti della regina?

“Di lei mi ha colpito la modernità. Era molto più avanti rispetto alla sua epoca. Lo testimonia, per esempio, il gusto dei suoi appartamenti, già in stile neoclassico, che arriverà solo venti anni più tardi. Fu una madre modernissima, insistette per allattare i suoi figli, in un epoca in cui, chiunque avesse un minimo di disponibilità economica, si serviva di una balia. Era amante delle mode e voleva sempre essere all’avanguardia. Fece scandalo perché si fece ritrarre dalla sua pittrice in camicia da notte, assolutamente inconcepibile per l’epoca. Aveva un modo  strabiliante di essere madre affettuosa e donna moderna, non curandosi del giudizio altrui. Ha reso famose le acconciature “monumentali”; lei con il suo parrucchiere Leonard, un plebeo di cui all’epoca era vietato servirsi. Così come Rose Bertin, la sua costumista, che trasformò nella prima vera stilista della storia, soprannominata poi “ministra della moda”, tanto aveva guadagnato grazie alla regina.”

Un’ultimissima curiosità sulla sovrana che dopo questa intervista stiamo imparando ad amare.

“Oltre a parlare correttamente il tedesco e il francese, parlava anche l’Italiano, e molta corrispondenza con l’amato conte di Fersen, avveniva proprio nella nostra lingua. Sembra che in uno dei momenti più disperati della sua vita, quando ormai l’attendeva solamente la morte, riuscì ad affidare al generale De Jarjayes un anello da far recapitare al conte. L’incisione su quell’anello riportava le seguenti parole (in italiano ovviamente): “Tutto a te mi guida“, aggiungendo che quella frase “non era mai stata così vera“. 

Autore
Panorama

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