L’India attacca il Pakistan: “Colpiti 9 siti di terroristi”. Islamabad risponde al fuoco e accusa: “Questo è un atto di guerra”

  • Postato il 6 maggio 2025
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Un altro conflitto regionale agita il mondo. A tarda sera, l’India ha lanciato attacchi missilistici contro nove siti che ospitano “infrastrutture terroristiche” situate sul territorio pakistano come rappresaglia per l’attacco del 22 aprile nel Kashmir indiano. L’annuncio direttamente da New Delhi: “Di recente, le forze armate indiane hanno lanciato l’operazione Sindoor colpendo le infrastrutture terroristiche in Pakistan da dove venivano organizzati e diretti gli attacchi terroristici contro l’India”, ha affermato il governo indiano in una breve dichiarazione. Il governo indiano, a sua volta, ha parlato di “attacchi di precisione contro campi terroristici” nel Kashmir controllato dal Pakistan, pochi giorni dopo aver accusato Islamabad di un attacco sul lato indiano della regione contesa. L’esercito pakistano ha dichiarato che sono state prese di mira tre località, due nel Kashmir e una a Bahawalpur, una città nella provincia più popolosa del Paese, il Punjab, al confine con l’India.

Per giorni la comunità internazionale ha esercitato pressioni su Pakistan e India affinché evitassero l’escalation. “Continuiamo a sollecitare Pakistan e India a lavorare per una risoluzione responsabile che mantenga la pace a lungo termine e la stabilità regionale nell’Asia meridionale“, ha dichiarato ai giornalisti, poche ore prima degli attacchi, la portavoce del Dipartimento di Stato americano Tammy Bruce. Inutilmente. A sua volta, del resto, il Pakistan ha risposto al fuoco, lanciando attacchi di artiglieria nel territorio indiano. “Il Pakistan ha nuovamente violato l’accordo di cessate il fuoco effettuando bombardamenti di artiglieria nei settori di Bhimber Gali e PoonchRajauri” nel Kashmir indiano, ha dichiarato l’esercito sul suo account X, aggiungendo di aver “risposto in modo appropriato e calibrato”.

Quello condotto dall’India è stato “un attacco vile che ha preso di mira civili innocenti, colpendo nell’oscurità”, ha detto il portavoce dell’esercito di Islamabad, il tenente generale Ahmad Sharif, commentando il raid missilistico condotto da Nuova Delhi contro infrastrutture dei miliziani nel Kashmir controllato dal Pakistan. Sharif ha spiegato che i razzi sono stati lanciati dall’interno del territorio indiano e che nessun aereo da guerra di Nuova Delhi è entrato nello spazio aereo pakistano. Con un post su X, il primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, ha condannato l’attacco, definendolo un “atto di guerra, risponderemo”. Lo riporta Al Jazeera. “Il Pakistan ha tutto il diritto di dare una risposta adeguata a questo atto di guerra imposto dall’India e una risposta adeguata è stata data”, ha affermato. “Non sarà mai permesso al nemico di raggiungere i suoi obiettivi nefasti”, ha aggiunto. Nuova Delhi ha spiegato che i razzi hanno colpito obiettivi miliziani nel Kashmir controllato dal Pakistan. Il governo pachistano, poi, ha reso noto che convocherà il comitato per la sicurezza nazionale, in seguito alla nuova escalation militare con l’India. Il 24 aprile il comitato aveva annunciato una serie di sanzioni diplomatiche contro l’India in risposta a misure analoghe adottate da New Delhi subito dopo un attacco nel Kashmir indiano. Dopo l’attacco, l’esercito indiano in un post sul X ha scritto: “Giustizia è fatta”, senza fornire ulteriori dettagli.

Poco prima dell’attacco, nel pomeriggio l’India ha dichiarato una guerra dell’acqua al Pakistan, annunciando che avrebbe “tagliato l’acqua” ai fiumi che nascono nel suo territorio e irrigano il Pakistan, come rappresaglia per il mortale attacco nel Kashmir controllato dall’India. “In precedenza l’acqua dell’India scorreva verso l’esterno, ma ora verrà fermata per servire gli interessi dell’India e sarà utilizzata per il Paese”, ha affermato il primo ministro indiano Narendra Modi in un discorso pubblico.
L’India ha sospeso la sua partecipazione al trattato di condivisione delle acque con il Pakistan del 1960 come rappresaglia per l’attacco del 22 aprile in cui hanno perso la vita 26 persone nella città turistica di Pahalgam, nel Kashmir controllato dall’India. Sebbene nessuno abbia rivendicato la responsabilità dell’attacco, Nuova Delhi ha attribuito la colpa a Islamabad, che ha categoricamente negato la responsabilità. In serata, poi, l’attacco militare e la risposta pakistana.

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