“L’incontro per gli studenti sulla violenza contro le donne usato per parlare di foibe con esponenti di Fdi”: il caso a Roma

  • Postato il 27 novembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un appuntamento scolastico contro la violenza sulle donne si è trasformato in un evento politico. È quanto accaduto questa mattina al liceo Amaldi, nel VI Municipio di Roma, quando alcune classi sono state portate a uno spettacolo al teatro di Tor bella monaca sulle foibe preceduto da interventi istituzionali di Fratelli d’Italia. Sul palco si sono alternati sei esponenti del partito: Nicola Franco, presidente del Municipio; Emanuele Giuliani, presidente del Consiglio municipale; Mariantonietta La Polla, presidente della Commissione Pari opportunità; Pietro Dominici, presidente della Commissione Lavori pubblici; il consigliere capitolino Federico Rocca e il deputato Marco Perissa, presidente della federazione romana di FdI.

L’iniziativa era stata presentata come un incontro sul Giorno del Ricordo e sulla violenza contro le donne, ma secondo gli studenti il senso dell’evento è cambiato già dai primi minuti. Lo spettacolo, tratto dal libro “10 febbraio. Dalle foibe all’esodo”, raccontava storie di donne coinvolte nelle vicende del confine orientale. Ma, stando a quanto raccontato dagli studenti presenti, l’attenzione si è concentrata subito sui partigiani, “descritti in modo unilaterale, e sulla presenza politica quasi esclusiva degli esponenti di FdI”.

“Siamo entrati e sono partiti i saluti istituzionali. Hanno parlato delle violenze sulle donne e poi delle foibe, ma in modo strumentale. Le protagoniste erano quasi tutte figlie di carabinieri, militari o fascisti. I partigiani venivano descritti solo come violentatori o aguzzini. Anche chi non segue la politica se ne è accorto. Alla fine sembrava più uno spettacolo sulla ferocia dei partigiani che sul tema femminile”, racconta a ilfattoquotidiano.it uno studente.

Il collettivo studentesco Astra ha attaccato duramente: “L’incontro, nato per parlare della violenza contro le donne, è stato trasformato in uno spettacolo dedicato alle foibe. È una pagina della nostra storia che merita memoria, certo, ma non può diventare il pretesto per sostituire un tema urgente che riguarda la sicurezza e la dignità di milioni di donne. Ridurre tutto a una sola lettura, selezionata per convenienza politica, non è memoria: è semplificazione. Ed è un tradimento del ruolo educativo della scuola. Una scuola non può diventare il palcoscenico di una parte politica, soprattutto quando il tema in programma era la violenza di genere. Mettere in scena un evento che sfiora appena la questione significa perdere un’occasione preziosa per educare, prevenire e cambiare davvero le cose”.

La vicenda ha suscitato anche interventi della politica. Michela Cicculli, presidente della Commissione Pari opportunità del Comune di Roma, commenta: “Il 25 novembre è una data importante che non dovrebbe essere oggetto di rivisitazioni di senso e di significato. Chi lo fa si assume la responsabilità politica di non usare l’occasione del 25 per prevenire la violenza maschile sulle donne. O forse non c’è la capacità politica di farlo. Il dubbio direi è legittimo”.

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Il Fatto Quotidiano

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