L’inchiesta sulla diga foranea archiviata dalla gip: “Nessuna turbativa d’asta, il decreto Genova consentiva di aggirare le norme sulla concorrenza”
- Postato il 18 dicembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. E’ stata archiviata dalla gip Nicoletta Guerrero, che ha accolto la richiesta di archiviazione della procura europea, l’inchiesta sulla presunta turbativa d’asta (più altre ipotesi di reato) per l’affidamento della gara per la realizzazione della nuova diga foranea. Il provvedimento è arrivato questa mattina, a pochi giorni dalla richiesta di archiviazione.
Nell’inchiesta, che era stata trasmessa per competenza dalla Procura di Genova a quella europea i magistrati dell’Eppo avevano indagato l’ex presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, Jan Albert Vandenbroeck, manager belga e uno degli undici membri del consiglio direttivo di PerGenova Breakwater, Alberto Colosio, dirigente dell’ufficio gare di Webuild e Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild.
Per la gip – come sostenuto dai pm dell’Eppo – “seppure risulti chiaro che la procedura di gara sia stata svolta senza garantire una effettiva concorrenza, ciò è stato possibile sulla base di norme di legge derogatorie ai principi generali per effetto del crollo del Ponte Morandi, il cosiddetto Decreto Genova e comunque con una procedura da cui non si evidenziano condotte penalmente rilevanti, essendo stato anche escluso, sia dalle indagini sia poi dal giudice amministrativo, che difettassero i requisiti per l’affidamento al gruppo aggiudicatario”.
Nell’inchiesta dell’Eppo erano entrate anche le telefonate dell’allora presidente Toti in cui annunciava a Spinelli che a vincere l’appalto sarebbero stati Salini (Pietro, ad di Webuild) e Fincantieri, Fincosit e Sidra. “Con riferimento ad altri possibili gravi reati contro la pubblica amministrazione per le quali era stato iscritto nel registro degli indagati Pietro Salini, “la disamina approfondita del materiale investigativo” arrivato dalla procura di Genova “non ha portato ad evidenziare ulteriori fatti illeciti, essendosi anche chiarite, a seguito delle attività di escussione dei soggetti interessati e dei successivi riscontri, alcune conversazioni che potevano prestarsi ad interpretazioni ambigue”.
E così anche per le ipotesi di “malversazione dei fondi pubblici nella fase esecutiva” che “non risultano, allo stato, fatti di reato, non emersi dalle indagini ed agli accertamenti sino ad ora espletati, né ulteriori spunti investigativi utili”.
Infine “l’avvenuta abrogazione del reato di abuso d’ufficio fa venir meno anche questa fattispecie che, al limite, si sarebbe potuta configurare con riferimento a talune condotte degli amministratori pubblici”, scrive la procura. Per quel le possibili violazioni ambientali “le criticità sin qui emerse potrebbero avere un rilievo quali violazioni amministrative”, ma “tali inottemperanze non risulterebbero avere un rilievo penale”.
Il viceministro Rixi: “Conferma del rispetto delle regole”
“L’archiviazione dell’inchiesta sulla nuova diga foranea di Genova, richiesta dalla Procura europea e disposta dal giudice, conferma che non vi sono profili penali e che l’opera è stata impostata nel rispetto delle regole e dell’interesse pubblico”.
Così in una nota il deputato e viceministro al Mit Edoardo Rixi: “La diga di Genova è un’infrastruttura strategica nazionale, essenziale per la competitività del porto e per l’economia del Paese. Desidero esprimere il mio apprezzamento a tutti i soggetti coinvolti, per il lavoro svolto in una fase complessa e sotto un’attenzione mediatica spesso strumentale. Si va avanti senza esitazioni, con responsabilità e trasparenza, contro chi ha tentato di rallentarne la realizzazione per ragioni ideologiche o politiche”.