Linarello (Goel): «Biodiversità un primato da sfruttare»
- Postato il 20 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Linarello (Goel): «Biodiversità un primato da sfruttare»
Vincenzo Linarello, presidente di Goel: «Regaliamo un marchio internazionale»
Vincenzo Linarello, presidente del Gruppo Cooperativo Goel, oggi lei lancia una grande campagna di comunicazione. Ma prima di tutto, una domanda: che cosa intende per “agricoltura etica”?
«Quella che non provoca effetti collaterali».
E quali sono?
«Quelli che influiscono, condizionano, stravolgono la natura. Per esempio i metodi di coltivazione: il bio è più etico perché cerca ridurre o annullare i danni sull’ambiente, che cerca di nutrirsi di energia pulita».
Altri effetti?
«Sulle persone. È etica se non danneggia chi ci lavora, se rispetta i diritti dei braccianti, dei proprietari, delle associazioni. Deve essere quindi dignitosa per chi la pratica e garantire un prezzo equo ai produttori, un salario giusto ai lavoratori. Infine, lo è se libera dal controllo delle associazioni criminali, quindi per definizione l’agricoltura etica è contro la ‘ndrangheta. Come Goel abbiamo creato un sistema di controllo privato e rendicontabile per prevenire le infiltrazioni mafiose».
Quante aziende aderiscono al vostro Gruppo?
«Una trentina, dalla costa jonica reggina fino a Lamezia Terme. Ognuna con la sua storia e la sua specializzazione. Abbiamo preso in carico le terre di Maria Chindamo. E molti piccoli proprietari si sono affidati a noi per ottenere un giusto prezzo: insieme si va avanti».
Che cosa succede sabato e domenica a Caulonia?
«Per la prima volta NaturaSì, che è fra soci sovventori di Goel, organizza un Festival a sud di Roma. Una grande occasione».
In effetti è sorprendente.
«La prima grande notizia è che la Calabria è il giardino botanico d’Europa, lo certifica la Ue nella Direttiva Habitat».
Quali sono i dati?
«Partiamo dalla posizione della regione e dalla sua particolare conformazione. 780 km di costa, il 19% di quelle italiane, un’escursione in latitudine di 245 km. Ha montagne su tutto il suo territorio, con vette di mille metri a cinquanta, ma anche a tre chilometri dal mare. Al Sud è la più ricca di acqua, grazie alle precipitazioni e alla falde acquifere, insieme alla Campania».
Ci sta dicendo che abbiamo un tesoro in casa? Il bello è che lo sappiamo, ce ne vantiamo. Senza effetti pratici rilevanti. Per esempio sfruttiamo male l’acqua.
«Questa nostra posizione crea tantissime combinazioni. Dei 230 habitat microclimatici censiti, 74 sono in Calabria. Dal Pollino allo Stretto si contano 2799 specie di flora vascolare sulle 8100 circa presenti in Italia. La nostra regione può essere terra di sperimentazione e di studio».
E parliamo solo di flora. L’estate scorsa il professore americano Jeremy B. Searle, biologo e docente alla Cornell University, ha celebrato in un congresso la ricchezza della fauna calabrese e ne ha scritto su questo giornale.
«Infatti. Ma a questo punto la domanda è una: che ce ne facciamo? È bello saperlo, ma ora questa ricchezza deve aprire nuove strade per lo sviluppo, disegnare un futuro competitivo lungo due direzioni: agricoltura e turismo».
Il turismo è una chimera, una favola, la realtà. Alla fine che cos’è?
«Abbiamo puntato solo su quello balneare, che ha bisogno di strade, trasporti. Va infrastrutturato bene, parlo anche dei servizi sulla spiaggia. Ci sono località travolte dall’overtourism e altre deserte. Il turismo archeologico è ancora più indietro, nonostante la buona affluenza in alcuni siti top: potrebbe avere un altro peso, in rapporto alla ricchezza dell’offerta, da Sibari ai Bronzi. Io vivo a Gioiosa, penso all’Area archeologica del Naniglio, per esempio… Ma è sul turismo naturalistico che possiamo veramente fare la differenza, senza investimenti, giocando a testa alta, celebrando questo nostro primato. In quanti conoscono l’Aspromonte e gli altri Parchi regionali?».
Come?
«L’idea è questa: insieme a Progetto Sud, abbiamo registrato un marchio a livello internazionale. “Calabria, oasi della biodiversità d’Europa”, “Calabria, biodiversity oasis in Europe”. E sta già partendo una campagna di comunicazione nei paesi di lingua tedesca, per pubblicizzare questa nostra qualità. Da sabato offriremo gratuitamente il brand ad enti pubblici e imprese private che lo vogliono sfruttare. Una strategia di marketing territoriale che diventa un’alleanza fra le forze sane della regione. Ci aspettiamo che in tanti alzino la mano, portando magari la loro idea su come crescere insieme».
Qual è lo scopo?
«Tutelare e promuovere la biodiversità, proprio come forma di difesa della natura e del nostro futuro. Limitare quindi gli effetti collaterali di cui parlavamo prima. Favorire una ridefinizione dell’immagine della Calabria che punti sul verde, la buona agricoltura, il rispetto dell’ambiente. Un’azione collettiva di sviluppo che potrebbe concentrarsi in una frase provocatoria. La Calabria non è solo ‘ndrangheta, è anche biodiversità. Chissà se tutti la capiscono».
Il Quotidiano del Sud.
Linarello (Goel): «Biodiversità un primato da sfruttare»