L’impresa in bicicletta: sui pedali per difendere lo «svapo»
- Postato il 4 novembre 2025
- Di Panorama
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Come per i protagonisti di Apollo 13, il celebre film dedicato all’omonima e travagliata missione della Nasa, anche per Umberto Roccatti «failure is not an option». Fallire non è un’opzione. E non per presunzione, anzi per scacciare via gli spettri della paura, darsi la giusta carica di fronte a una sudata spaziale: 201 chilometri da coprire decollando per quasi 2 mila metri, senza la spinta di un razzo, arrampicandosi sui pedali curva dopo curva, una salita dietro l’altra.
«Se ce la faccio? O sì, o sì» ripeteva alla vigilia della sesta edizione della «Ride 4 Vape», la corsa in bicicletta che non è un gesto atletico, né una prova di forza. Umberto Roccatti, oltre a essere un ex fumatore accanito, è il presidente di Anafe Confindustria, l’Associazione nazionale produttori fumo elettronico. E la sua sfacchinata annuale serve a dimostrare che, preferendo le sigarette elettroniche alle vecchie «bionde», i polmoni si riprendono, i muscoli rispondono, coprire distanze notevoli non è un’invenzione cinematografica, ma un’impresa documentata.
«Le sigarette elettroniche sono almeno del 95 per cento meno dannose rispetto a quelle tradizionali. E non lo dico io, ma centinaia di studi scientifici indipendenti. Rappresentano l’unica alternativa sensata per quel 91 per cento di fumatori che non riesce o non vuole smettere» ricorda Roccatti, nemmeno troppo stremato, dopo essersi lasciato alle spalle Perugia e aver raggiunto Roma in 6 ore, 36 minuti e spiccioli di secondi. «Un tempo fantastico. Sapevo di essere in forma, non così tanto». Perché un conto è non fallire, un altro superare l’idea che si ha di sé stessi.

Come spalla, il presidente ha avuto Marco Piscopo, pallavolista ad alto livello e anche lui ex fumatore. Entrambi indossavano una maglia che portava stampato sul retro lo slogan di questa edizione: «Flavour ban = Black market». Ovvero: vietare gli aromi equivale a favorire il mercato nero.
Il riferimento è alla volontà dell’Unione Europea (da qui la scritta in inglese, per essere decifrabile a Bruxelles) di proibire il commercio dei vari gusti per i liquidi della sigaretta elettronica, che ne rendono più gradevole il consumo. «L’obiettivo dell’Ue è comprensibile: proteggere i minori, che potrebbero esserne attratti. Ma esistono già norme severe, pensate per vietare la vendita di tali prodotti a chi ha meno di 18 anni. Siamo invece favorevoli a inasprire le sanzioni per i trasgressori» sottolinea Roccatti, anche vicepresidente di Ieva, l’alleanza europea indipendente per il vaping.
Gli aromi non sono un semplice elemento di piacevolezza nell’utilizzo delle sigarette elettroniche: secondo un sondaggio a cura di Euromedia Research diffuso prima dell’estate, per il 77 per cento dei fumatori adulti in Italia si sono rivelati determinanti per abbandonare le sigarette tradizionali. E infatti la loro domanda non è crollata nei Paesi in cui sono invece già proibiti, ma si è spostata, in massa, verso il commercio illecito.
«È cresciuto dell’85 per cento in Olanda e del 90 per cento in Danimarca» continua Roccatti, evidenziando come il tema non sia, almeno non solo, la perdita d’introiti per l’industria da lui rappresentata: «Con i divieti si finisce per finanziare organizzazioni criminali e mettere a rischio la salute delle persone. Perché i nostri prodotti sono controllati con severità e certificati a livello chimico e di vapori emessi, mentre sui canali illegali si trova di tutto».
Il traguardo della «Ride 4 Vape», dopo lo sprint sulla ciclabile del Tevere e una coda adrenalinica nel traffico di Roma, era davanti al ministero della Salute. Qui Roccatti ha voluto consegnare di persona i documenti che supportano le sue argomentazioni: «Non è nello stile di Anafe Confindustria alzare i toni, solo creare un confronto costruttivo, partendo dai dati».
Due su tutti, sempre emersi dallo studio di Euromedia Research: il 4,7 per cento degli italiani ha smesso di fumare grazie alla e-cig. «Non ci rivolgiamo certo ai giovani. Sono prodotti per abbandonare le sigarette, non per iniziare a usarle». E chi è passato allo svapo, in due casi su tre, dice di aver notato notevoli miglioramenti nel suo benessere fisico. Non al punto da mettersi a scalare l’Italia in bicicletta a ritmi da extraterrestre, ma questa è un’altra storia.