L’imperatore della gioia

  • Postato il 10 settembre 2025
  • Di Il Foglio
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L’imperatore della gioia

Anche restando a distanza dalle più definite patologie dell’età giovanile (ansia e depressione su tutte), per tutta una generazione di giovani nati negli anni Novanta la sostanza delle cose sembra aver preso la forma di un’inevitabile e incontrovertibile decadenza. E questo sentimento s’impadronisce inesorabilmente anche di Hai, il protagonista dell’ultimo grande ed epico romanzo di Ocean Vuong, L’imperatore della gioia (nella traduzione di Norman Gobetti). Nato nel 1988 in Vietnam a Ho Chi Minh, Ocean Vuong aderisce quasi icasticamente al ruolo di perfetto giovane statunitense che ha fortemente creduto al sogno americano e in particolare a Barack Obama, figura ombra che fa da cornice con la sua prima presidenza alla vicenda narrata in questo volume. Obama ha segnato sia la possibilità di una salvezza da un tempo di profonda crisi identitaria ed economica, ma anche l’idea di una svolta radicale per gli Stati Uniti che non si è verificata tale nella pratica quotidiana di buona parte delle persone; una sconfitta non solo di Obama, ma di un’intera generazione. Hai è figlio di un sogno che come spesso accade per gli Stati Uniti nasce dalla ferocia di una guerra (quella del Vietnam), ma è anche al centro di una sconfitta che forse per la prima volta nella storia della patria di Lincoln è contrassegnata da una infelicità diffusa, da un’incapacità di reazione agli eventi se non in maniera confusa, violenta e pure folkloristica. Hai supera una prima crisi suicida e la morte del suo primo grande amore, Noah, ucciso da un’overdose e si ritrova come compagna di viaggio l’anziana Grazina. Una donna di origine lituana che prima lo salva dal suicidio e poi dà corpo a un’amicizia che ricorda non poco la dinamica di Harold e Maude, lo splendido film di Hal Ashby del 1971. Grazina ha più di ottant’anni e la sua salute è fortemente segnata dall’Alzheimer. I due, insieme poi al cugino di Hai, Sony, un ragazzo affetto da autismo decidono di vivere insieme, sotto lo stesso tetto. 
L’imperatore della gioia è un romanzo sulla vita quando la sua trama diviene sottile e diventa estremamente difficile coglierne la bellezza. Eppure tutti e tre, insieme, sembrano ritrovare un motivo di vita all’interno di un destino comune. Anche stando ai margini di un mondo violento e aggressivo che già offre nell’estesa provincia americana i tratti feroci di una sopravvivenza in cui la lotta si confonde con le opportunità. Un romanzo disperato, ma al tempo stesso carico di speranza per un presente che va conquistato e vissuto strenuamente, inseguendo ogni possibile scampolo di felicità.

     

Ocean Vuong
L’imperatore della gioia
Guanda, 432 pp., 20 euro

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Autore
Il Foglio

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