L’impegno, la rabbia, le proposte

  • Postato il 28 febbraio 2025
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Il Quotidiano del Sud
L’impegno, la rabbia, le proposte

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Il nostro giornale pronto a dar voce a una piattaforma


Quasi due mesi fa avevamo scritto che la Calabria doveva alzare la testa sul tema della Sanità, che ci voleva una piattaforma, una pietra scritta, dei punti sui quali costruire un movimento che sapesse chiedere e ottenere nei modi e nei luoghi giusti.

Per due mesi, ogni giorno, abbiamo raccontato i problemi della salute nella nostra regione dando voce a tutti quelli (comitati, sindacati, preti, associazioni, singoli cittadini) che avevano qualcosa da dire, da proporre e da rivendicare per abbattere il divario di sofferenza e di morte (sì, di morte) che la Calabria continua ad avere nei confronti delle altre regioni.


Ieri pomeriggio (giovedì 27 febbraio) e fino a sera, molte di quelle persone a cui ci siamo rivolti, sono venute a portare la loro risposta. Una risposta fatta di serietà, di impegno (che in molti casi dura da anni), di capacità di proposta, di volontà di mobilitazione.


Da questa prima assemblea nella quale il dibattito è stato franco, libero e, in qualche momento, anche teso, siamo usciti tutti insieme con l’idea di costruire quella piattaforma (i punti sono praticamente già scritti) e di darle gambe con una serie di iniziative a livello regionale e anche nazionale.


Alcuni ci hanno ringraziato, ma deve essere chiaro che questa non è la mobilitazione del Quotidiano, è la vostra mobilitazione che il Quotidiano ha deciso di continuare a raccontare offrendo, a chi vuole ridare dignità alla sanità calabrese, un megafono, uno spazio di parole scritte, di idee da diffondere e approfondire.


Abbiamo capito che bisogna far camminare insieme due diversi livelli: il primo è quello generale della Sanità come diritto costituzionale che non può essere erogato in modalità e con risultati diversi a seconda della ricchezza o povertà di un cittadino, di un paesino dell’interno, di una città o di una regione.


Perché questo è successo e non è più accettabile: la Sanità che la riforma sanitaria (legge 833/1978) stabilì dovesse essere data a tutti i cittadini indipendentemente dal censo o dall’area geografica, è diventata una cosa che si compra a seconda delle risorse a disposizione di una persona o di una Regione.
E le differenze sono enormi mentre la legge prevedeva e prevede che i livelli delle prestazioni dovrebbero essere i migliori mediamente possibili nel nostro Paese: migliori ed uguali dal Trentino alla Sicilia. Sappiamo, vediamo e soffriamo per come è andata a finire.


L’altro livello (non meno importante) riguarda quello che accade (o non accade) sul territorio. Ieri abbiamo sentito le voci (a volte piene di giusta rabbia) dei comitati: da Polistena a San Giovanni in Fiore, da Vibo ad Acri, dalla Locride a Serra San Bruno. Ciascuno con una denuncia di qualcosa che non va e con soluzioni da tempo identificate e portate all’attenzione di chi di dovere e rimaste senza risposta.

La gente dei comitati ha detto che avanti così non si può andare che vanno organizzate forme clamorose di protesta in Calabria e fuori.


I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno dato la sensazione di aver capito benissimo che il treno di questa mobilitazione è davvero importante e che difficilmente ne passeranno altri. Mettere insieme i diversi livelli di proposta e mobilitazione è davvero improcrastinabile e a chi se non al sindacato tocca fare questa sintesi?


Noi del Quotidiano, una cosa possiamo garantirla: dateci delle parole che esprimano i temi di questa mobilitazione e noi le faremo nostre, le scriveremo, le faremo sentire.

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