L'impatto non visibile della squalifica per Benedetta Pilato e Chiara Tarantino per il furto a Singapore: il parere dell'esperto

  • Postato il 16 ottobre 2025
  • Di Virgilio.it
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La vicenda che ha travolto due volti noti del nuoto italiano, Benedetta Pilato e Chiara Tarantino, si è conclusa con la sospensione per novanta giorni dalla Federazione Italiana Nuoto (FIN). Le due atlete, di rientro da un viaggio post-Mondiali, erano state fermate dalla polizia locale di Singapore per aver sottratto alcuni cosmetici e prodotti di bellezza in un negozio duty free. Il fatto, nel giro di poche ore, si era trasformato in un caso mediatico e disciplinare.

L’episodio e la reazione

Secondo la ricostruzione fornita dalle autorità di Singapore e ripresa dai principali media internazionali, la merce non pagata sarebbe stata ritrovata nella borsa di Benedetta Pilato. Quest’ultima aveva spiegato di non essersi accorta dell’accaduto, sostenendo che la Tarantino avrebbe riposto gli oggetti nella sua borsa senza avvisarla.

Dopo alcune ore di fermo e un interrogatorio, le due nuotatrici erano state rilasciate grazie anche all’intervento della delegazione diplomatica italiana. Il Procuratore Federale della Federazione Italiana Nuoto, appresa la notizia, ha aperto un’inchiesta, conclusasi con un accordo di patteggiamento che ha portato le due nuotatrici alla sospensione di 90 giorni da tutte le attività federali e sociali.

Sotto il profilo sportivo, la conseguenza della sospensione è immediata: Pilato e Tarantino non potranno partecipare agli Europei in vasca corta, previsti a dicembre in Polonia.

Il dibattito sulle responsabilità

Al di là, tuttavia, dell’ambito sportivo strettamente inteso e delle conseguenze di carattere disciplinare, la vicenda ha sollevato un acceso dibattito su etica e responsabilità degli sportivi. Gli atleti agonisti, di fama nazionale e internazionale, rivestono un ruolo pubblico importante, sono e devono essere quindi un esempio di rettitudine comportamentale.

Lo sport infatti, in una società moderna, è un veicolo di trasmissione di valori condivisi perché positivi ed assume pertanto un rilievo che va oltre all’aspetto puramente agonistico. La sanzione inflitta alle due atlete può sembrare eccessiva, avendole private della possibilità di partecipare a importanti eventi sportivi, ma in realtà, proprio per quanto sopra evidenziato, appare adeguata alla gravità e al clamore mediatico del fatto.

Con questo provvedimento di sospensione, emesso a fronte di fatti estranei all’attività agonistica, si ribadisce che la disciplina sportiva non si ferma ai confini della vasca, ma si estende anche a ad ambiti e comportamenti esterni.

Pilato, immagine incrinata

Peraltro, oltre alla sospensione, ciò che rileva all’esito di questa vicenda è la compromissione della credibilità delle due atlete. La Pilato, in particolare, è un talento del nuoto italiano e internazionale e aveva fino ad ora costruito un’immagine di sé caratterizzata da impegno, determinazione e vittorie.

Quando queste vicende accadono quindi si incrina sicuramente l’immagine dell’atleta,, ma ne risente anche l’immagine dello sport e la percezione che di esso ne ha la collettività.

Il senso della sanzione e lo stop agli Europei

In conclusione, per le due giovani atlete i novanta giorni di stop saranno difficili da trascorrere ma il loro vero impegno sarà la ricostruzione personale e della propria immagine; un cammino questo che potrebbe, se da loro affrontato con la stessa determinazione che serve per salire sul podio, trasformarsi in un’occasione di crescita, perché il rispetto delle regole e la coerenza con i valori dello sport aiuta a vincere, in vasca e fuori.

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Virgilio.it

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