Liliana Resinovich è stata afferrata da dietro: “Colpita in 4 punti, manovra intenzionale”

  • Postato il 8 marzo 2025
  • Cronaca Nera
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Liliana Resinovich è stata afferrata da dietro con un avambraccio e soffocata. È quanto sostengono, in sintesi, i periti incaricati dai magistrati di provare a stabilire come è stata uccisa la donna di 63 anni morta la mattina del 14 dicembre di quattro anni fa. Il suo volto “era attinto da lesioni non solo anteriormente, ma anche alla superficie laterale destra e sinistra. A seguire, poi, la mano destra”. Complessivamente, quattro colpi – “poli d’urto” – diversi.

Sono quelli riscontrati dalla perizia disposta dalla procura di Trieste e contenuti nella relazione medico-legale, che esclude “un evento accidentale come una caduta” perché “sarebbe necessario che questa fosse avvenuta in maniera rocambolesca, con un rotolamento o un movimento tale da fare urtare il volto più volte contro una superficie piana o ottusa”. Nella relazione si legge che i quattro poli d’urto “hanno interessato differenti distretti corporei (testa e mano, nonché possibilmente anche altre sedi corporee), con anche più lesioni in un medesimo segmento corporeo, coinvolgendo differenti superfici”.

Da un punto di vista tecnico, anche considerando soltanto quelle certe, relative “a diversi distretti del capo (fronte sinistra, temporale di destra, labbro di destra e mano destra)”, le lesioni sono “da interpretarsi come differenti poli d’urto di una lesività a distribuzione polidistrettuale”. Il movimento, definitivo “chokehold”, è una “manovra di afferramento da tergo con incavo dell’avambraccio dell’aggressore che avvolge il collo”, come si legge nella relazione.

In sostanza, è stata afferrata da dietro. Una combinazione tra movimento e forze “prospettabile in caso di soffocazione esterna diretta con afferramento e compressione almeno di una parte del volto, specie se inserita in un contesto di colluttazione” o “comunque di movimenti compiuti dalla donna nel tentativo di divincolarsi e di immobilizzare da parte dell’aggressore”. In questa maniera, sostiene la superperizia, è stata causata la “frattura perimortale alla faccetta articolare superiore sinistra della vertebra toracica T2″ rilevata sul corpo di Resinovich. La frattura con aspetto perimortale è una lesione prodotta quando l’osso manteneva ancora le sue proprietà elastiche e, dunque, in un momento poco prima o poco dopo il decesso.

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Il Fatto Quotidiano

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