L'idea delle Maldive per aumentare le entrate

  • Postato il 27 agosto 2025
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  • Di Agi.it
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L'idea delle Maldive per aumentare le entrate

AGI - Per aumentare le entrate, le Maldive hanno deciso di revocare il divieto di pesca agli squali, che era in vigore da 15 anni. Lo ha annunciato l'ufficio presidenziale, precisando che le attività di pesca degli squali riprenderanno a novembre. Un tempo, gli squali rappresentavano la seconda pesca più importante - dopo il tonno, che rimane la principale fonte di entrate per le esportazioni - per questo arcipelago dell'Oceano Indiano, che conta mezzo milione di abitanti e 1.192 piccole isole coralline che si estendono per circa 800 chilometri.

Il divieto del 2010 e il turismo

Le autorità dell'arcipelago, famoso per i suoi hotel di lusso e i resort per immersioni, avevano vietato la pesca agli squali nel 2010, quando i ricavi derivanti dai turisti che praticano immersioni erano diventati superiori ai proventi dall'olio di squalo. Sebbene la pesca fosse stata formalmente vietata nel marzo 2010, severe restrizioni erano in vigore dal 1998.

Annuncio presidenziale e piano di gestione

Il capo dello Stato, Mohamed Muizzu, ha fatto questo annuncio da un atollo a nord della capitale, Malè. "La pesca gourmet agli squali riaprirà a novembre nell'ambito di un piano di gestione completo", ha affermato, sottolineando che costituisce "un'importante fonte di reddito".

Preoccupazioni di Shark Guardian

L'organizzazione britannica Shark Guardian ha espresso preoccupazione in seguito a questa decisione, che "non solo danneggia la reputazione delle Maldive come santuario mondiale degli squali", ma "mette anche a rischio a lungo termine l'economia nazionale, che dipende dal turismo", ha dichiarato un rappresentante di Shark Guardian all'Afp.

Impatto ambientale e bonifica dei terreni

residenti delle Maldive non consumano carne di squalo, ma esportano olio di fegato di squalo. Questo Paese di pianura è minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici, in particolare dall'innalzamento del livello del mare, che sta iniziando a erodere la costa. Muizzu, salito al potere alla fine del 2023, ha promesso di combattere questo fenomeno attraverso la bonifica dei terreni. Questa tecnica prevede l'estrazione di sabbia dal fondale marino per sollevare il terreno e creare nuove isole o infrastrutture turistiche: una decisione subito criticata dagli ambientalisti per il suo impatto sull'ecosistema marino.

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Agi.it

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