Libri. “Robert Brasillach. In tragico d’infinito”. Pierfranco Bruni per Solfanelli Editore
- Postato il 18 giugno 2025
- Antropologia Filosofica
- Di Paese Italia Press
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Robert Brasillach. Un poeta, uno scrittore, un giornalista nella Francia tra rivolta, conflitti, contraddizioni e tentativi di rivoluzione. Una Francia la sua, che aveva superato “l’epica” dell’Illuminismo e si era inserita, già dal primo Novecento, attraverso una cultura delle innovazioni e delle arti, in una visione esistenzialista più umbratile.
Le radici di questa “decadenza” affondavano in Baudelaire e Apollinaire e scavavano una dimensione tra l’onirico e il tragico, di cui anche la politica risentiva. Un tempo che vedrà forte l’impegno e le sperimentazioni artistiche.
In una tale temperie, in cui la considerazione dell’antipolitica si era aperta a uno spiraglio dialettico, il politico e letterato Brasillach si pone al centro con le sue discussioni, con i suoi saggi e articoli giornalistici e soprattutto con un narrare che ha come riferimento la “confessione”.
Chi è stato realmente Robert Brasillach? E perché è stato ucciso? La poesia muore sotto i colpi dei proiettili. Sarebbe necessario parlarne senza retorica e demagogia.

Ma perché è stato ucciso un poeta? Un grande poeta. Unico. Robert Brasillach (Perpignan, 31 marzo 1909 – Forte di Montrouge, 6 febbraio 1945) ha una voce che si fa inquietudine e armonia. Si fa rapimento esistenziale e superamento di qualsiasi disperazione. Poetica dell’attesa della rivelazione pur fortemente consapevole dell’innocenza in un destino che accomuna sacrificio e fede.
Dopo la liberazione di Parigi nel 1944, accusato di collaborazionismo con il Terzo Reich, fu condannato a morte e giustiziato, avendo De Gaulle rifiutato di concedergli la grazia. La sentenza rimane un caso controverso nella storia giuridica francese, perché basata su “crimini intellettuali” piuttosto che su azioni militari o politiche.
Brasillach sa guardare la morte in faccia e senza timore ci lascia la sua “accettazione”.

In questo libro di Pierfranco Bruni si sottolinea l’importanza del Brasillach religioso e cattolico, del poeta che ripercorre il cammino del Cristo in Croce e la sua Passione in una visione ontologica e metafisica. Emerge l’uomo di fede che interpreta la storia e i fatti come elementi fenomenologici in una complessità di letture, la cui direzione è restare coerente sino alla fine.
[ISBN-978-88-3305-649-4]
Pagg. 134 – € 11,00
Per approfondimenti
Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.

Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al Ministero della Cultura
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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