Libera Savona organizza una settimana di incontri con Giovanni Impastato nel ricordo di Peppino
- Postato il 5 novembre 2024
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- Di Il Vostro Giornale
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Alassio. E’ iniziata oggi la settimana dedicata all’impegno antimafia in Liguria organizzata da Libera con ospite Giovanni Impastato.
Nella mattinata di oggi, martedì 5 novembre, gli alunni dell’istituto Ollandini di Alassio hanno partecipato a un incontro speciale con Giovanni Impastato, fratello di Peppino, vittima della mafia e testimone a sua volta duramente colpito. L’incontro, realizzato con il patrocinio dell’assessorato alle politiche scolastiche del Comune di Alassio, si è tenuto nell’auditorium dell’istituto e ha rappresentato un momento di intensa riflessione.
Gli studenti, protagonisti attivi della giornata, hanno potuto ascoltare la toccante testimonianza di Impastato e mettere in scena alcuni saggi teatrali nati dai laboratori scolastici sul tema della legalità, che li ha portati a riflettere sul fenomeno mafioso, approfondendo in particolar modo quest’anno il linguaggio della mafia e le modalità per contrastarlo.
“Questo incontro – sottolinea il consigliere comunale di Alassio con incarico alle politiche scolastiche, Fabio Macheda – rientra nel progetto sulla legalità che il comprensorio scolastico di Alassio promuove da anni. Giovanni Impastato ha già partecipato in passato a questo tipo di iniziative nella nostra città, portando la sua esperienza e contribuendo alla formazione dei ragazzi come cittadini consapevoli e responsabili, sensibili ai valori della giustizia e della dignità umana”.
Dopo Alassio incontri a Savona, Garlenda, Loano, Borghetto, Ceriale, Toirano e Albenga, per un totale di 12 iniziative, tra incontri nelle scuole, eventi aperti al pubblico e la presentazione dell’ultimo libro di Impastato. Ad accompagnare Impastato in questo viaggio saranno il giornalista Claudio Porchia e Luca Losio, responsabile di Libera del ponente ligure.
Obiettivo degli incontri è quello di creare un momento di confronto e riflessione, coinvolgendo gli studenti attraverso numerosi eventi dedicati al tema della legalità, permettendo ai partecipanti di riflettere sulla lotta contro la mafia e l’illegalità, con uno dei protagonisti nazionali dell’antimafia.
Giovanni Impastato, da oltre 40 anni impegnato a preservare la memoria del fratello Peppino, assassinato dalla mafia nel 1978, condivide la sua esperienza personale.
Questo il programma:
– martedì 5 novembre incontro con le scuole di Alassio al mattino; alle 18 incontro alla Ubik Savona con presentazione del libro “Mio fratello. Tutta una vita con Peppino”; alle 19.30 incontro presso il circolo Arci Cantagalletto a Savona;
– mercoledì 6 novembre a Savona incontri con gli studenti del liceo scientifico Grassi; alle 21 incontro presso la biblioteca comunale di Garlenda organizzato da Anpi;
– giovedì 7 novembre alle 10 incontro coi ragazzi delle scuole di Borghetto e Ceriale e dalle 14 alle 16 con quelli delle scuole di Toirano; alle 21 ad Albenga incontro presso l’auditorium San Carlo;
– venerdì 8 novembre al mattino due incontri con gli istituti superiori di Albenga.
“Da molti anni Giovanni è un ospite molto apprezzato e ricercato nelle scuole della provincia di Savona – spiega Luca Losio – gli inviti arrivano da diverse istituzioni scolastiche del territorio e coinvolgono studenti di tutte le età. Quest’anno, grazie a una rotazione sui vari territori, è stato organizzato un programma ricco di incontri che coinvolgerà numerosi ragazzi, i quali partecipano attivamente alle iniziative proposte ogni anno da Libera Savona, fin dalle scuole primarie. Una delle serate vedrà la partecipazione di Libera Savona, con Giovanni Impastato che condividerà la sua testimonianza durante una cena di raccolta fondi organizzata dal Circolo ARCI Cantagalletto, in programma per martedì 5 novembre alle 19:30. In questa occasione sarà anche possibile rinnovare la tessera di Libera per il 2025.”
Il “Mio fratello. Tutta una vita con Peppino” di Giovanni Impastato è un racconto che si dipana a partire da un comune della città metropolitana di Palermo, Cinisi, e da una famiglia di agricoltori legati alla mafia locale: il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, e suo cognato, Cesare Manzella, ucciso in un attentato, era il capomafia del paese, uno dei boss che per primi individuarono nel traffico di droga il nuovo strumento di accumulazione di denaro e potere. È in questa famiglia che nasce Peppino, e cinque anni più tardi anche Giovanni, dopo che un altro fratello che portava lo stesso nome era morto ancora piccolissimo. È da qui che si sviluppa la vicenda rivoluzionaria, drammatica, coraggiosa e libera del ragazzo destinato a diventare il più contagioso degli attivisti della lotta antimafia. Una storia che non si interrompe affatto con l’uccisione di Peppino, ma che continua per altri quarant’anni intrecciandosi a quella del nostro Paese.