Libano, bombe di Israele in tutto il Sud: 81 morti in 24 ore, più di 700 in 3 giorni. Guterres (Onu): “Paese sull’orlo del baratro”

  • Postato il 26 settembre 2024
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Benjamin Netanyahu è già in volo verso New York, ma le centinaia di morti causate in pochi giorni dall’offensiva israeliana in Libano hanno finalmente fatto svegliare la diplomazia occidentale. Da ieri gli Stati Uniti, con l’aiuto degli alleati europei, lavorano per arrivare a una rapida tregua, seppur temporanea, tra Israele e Hezbollah. Ma in Medio Oriente si continua a morire: il ministero della Salute libanese ha comunicato che nelle ultime 24 ore Israele ha ucciso 81 persone e ne ha ferite 403, portando il numero delle morti a superare le 700 morti in 72 ore di raid.

Numeri spaventosi che assomigliano molto a quelli registrati all’inizio della guerra a Gaza. Basti pensare che nell’ultima guerra del Libano, quella del 2006, in un mese furono uccise 1.200 persone. Ma la pressione dello ‘Stato ebraico’, nonostante le indiscrezioni che parlano di disponibilità al dialogo da parte di Tel Aviv e Beirut, non accenna a diminuire. Le Forze di Difesa israeliano hanno fatto sapere di aver attaccato nella notte 75 obiettivi militari di Hezbollah nel sud del Paese e nella regione della Bekaa. L’ aviazione israeliana ha inoltre colpito depositi di armi “appartenenti a Hezbollah” nei pressi di Tiro. L’emittente libanese Al-Mayadeen, vicina a Hezbollah, ha riportato di attacchi aerei anche nella città di Anqoun, vicino Sidone.

Ma pensare che si tratti di operazioni mirate a colpire esclusivamente obiettivi militari sarebbe un errore. Proprio nella Valle della Bekaa, come riporta il Ministero della Salute libanese, un raid ha distrutto un edificio di tre piani causando la morte di otto persone, tra cui donne e bambini. Decine di feriti sono stati evacuati verso gli ospedali della regione dalla Croce Rossa libanese e dalla Protezione Civile.

Ma l’azione di Tel Aviv non si esaurisce qui. Tra le 5 e le 8 del mattino (tra le 4 e le 7 in Italia), sono stati bombardati i villaggi di Debbin, Deir Serian, Tayr Debba, Maarake, Bedias, Bazouriye e Majdel Zoun, Tebnin, Souane, Qabrikha, Nabatiyé el-Fawqa e Kfar Remmane. Poco prima, attorno alle 4.30 locali, violenti attacchi israeliani avevano colpito la regione di Nabatiye, provocando danni significativi alle zone residenziali. In un attacco notturno sulla strada da Douris a Baalbeck, nove persone hanno perso la vita. Proprio a Baalbeck, circa 40 attacchi aerei hanno devastato i dintorni della città. Nel villaggio di Shaat, un’intera famiglia è stata sterminata da un bombardamento israeliano. Colpite poi altre località della Bekaa, come Sohmor, Yohmor e Jlala, vicino a Shtura. Nella tarda serata di mercoledì i jet israeliani avevano inoltre preso di mira le località di Tayr Felsay, Tayr Harfa, Srifa e Wadi el-Kfur nel sud del Libano. E bombardamenti al fosforo erano stati segnalati nei pressi di Naqura. Nelle stesse ore, i villaggi meridionali di Yater, Salaa e Habboush erano stati presi di mira, con un attacco che aveva colpito un edificio vicino a un’autostrada: due civili, un ingegnere e sua moglie, sono stati uccisi a Nabatiye al Fawqa.

Il numero di vittime, la tensione crescente e l’atteggiamento aggressivo di Israele nei confronti di un Paese sovrano che non ha in alcun modo minacciato la sicurezza dello ‘Stato ebraico’ con i suoi apparati militari preoccupano le Nazioni Unite. E nella notte il segretario generale, Antonio Guterres, è tornato a manifestare la sua preoccupazione per la situazione nel Paese mediorientale: “L’inferno si sta scatenando in Libano. Il paese è sull’orlo del baratro – ha detto – Lunedì è stato il giorno più sanguinoso in Libano in una generazione”.

Intanto, l’attacco di Hezbollah su Tel Aviv sventato da Israele avrebbe potuto causare centinaia di vittime. Come riferito dal Partito di Dio, citato dal Times of Israel, il missile balistico Qader-1 lanciato ieri verso la capitale israeliana trasportava una testata da 500 chilogrammi.

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