L’IA si mangia il cinema? La nuova attrice artificiale Tilly Norwood fa imbufalire Hollywood
- Postato il 13 ottobre 2025
- Cinema & Tv
- Di Artribune
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Non andrà mai in sciopero, Tilly Norwood. Non chiederà l’aumento e non farà notare di essere pagata meno del suo coprotagonista uomo, non invecchierà e non ingrasserà: è l’attrice perfetta, perché non esiste. Tilly Norwood è la prima “attrice” realizzata con l’Intelligenza Artificiale. Accodandosi agli influencer e alle modelle sintetiche che popolano il web, è stata lanciata all’ultimo Zurich Film Festival, la settimana scorsa, e su Instagram, con una raccolta di mini-video dal taglio pubblicitario.
Chi è Tilly Norwood
Prodotto di Particle 6 Productions, azienda con sede nel Regno Unito che implementa l’IA nel cinema, Tilly Nowood è una creazione della YouTuber e producer Eline van der Velden, secondo cui Tilly è il tipo di star che gli studio sognano: versatile, instancabile e immune alla cattiva pubblicità. “Vogliamo che Tilly sia la prossima Scarlett Johansson o Natalie Portman”, ha detto irocnica van der Velden a Broadcast International. Perfezionata negli scorsi mesi con l’aiuto di dieci diversi programmi, Tilly piange e ride, recita battute e non si allinea con le cause politiche. E questa cosa piace alle agenzie di talenti, anche se stando agli esperti del settore, come la cofondatrice e Ad dello studio IA Invisible Universe, Tricia Biggio, “probabilmente si tratta di una trovata pubblicitaria”.
Hollywood reagisce all’attrice IA
Se piace agli studi, è facile capire perché ad attori e attrici la cosa piaccia un po’ meno. Star di primo piano come Emily Blunt, Natasha Lyonne e Whoopi Goldberg hanno condannato il progetto, mentre la Screen Actors Guild -American Federation of Television and Radio Artists – il sindacato americano meglio noto come SAG-AFTRA, che aveva organizzato (con successo) le proteste del 2023 per alzare i compensi – ha rilasciato una dichiarazione glaciale. In cui sottolinea che “Tilly Norwood non è un’attrice”, e soprattutto ricorda che è generata “da un programma informatico addestrato sul lavoro di innumerevoli artisti professionisti, senza permesso né compenso”.
Un’argomentazione che ricalca quella già avanzata da artisti visivi, fotografi e illustratori nel corso delle battaglie legali e mediatiche di questi anni. Come loro, il sindacato ha ricordato che le repliche digitali non creano opportunità, ma le rubano. E rovinano il cinema per tutti: “Il pubblico non è interessato a guardare contenuti generati al computer senza legami con l’esperienza umana”.
Attori IA: opportunità per chi? Il dibattito si infuoca
Negli ultimi quattro, cinque anni i modelli di Intelligenza Artificiale per video si sono moltiplicati con crescente efficienza – anche se già un video di breve durata basato sull’IA richiede molto lavoro – e con loro gli “studi a base IA” con i team di creatori che lottano per una fetta di profitto. Nonostante le possibili avvisaglie di una bolla finanziaria, o forse proprio per saltare sul carrozzone in tempo, la corsa sembra accelerare. Un ecosistema florido per personaggi come van der Velden, che vede il proprio scopo nel “mettere in mostra la società attraverso la satira, e questo non fa eccezione”.
A tenere botta sono proprio i contratti ottenuti con le lotte sindacali: sebbene i principali studi siano interessati a utilizzare l’IA (soprattutto in ottica di accelerazione della pre-produzione, fa notare Variety) non stanno effettivamente reclutando questi talenti sintetici. Perché? In base al contratto SAG-AFTRA sono tenuti a informare il sindacato, se intendono utilizzare personaggi sintetici, con un alto rischio di ripercussioni. Motivo per cui a oggi nessuno l’ha fatto.
Giulia Giaume
L’articolo "L’IA si mangia il cinema? La nuova attrice artificiale Tilly Norwood fa imbufalire Hollywood" è apparso per la prima volta su Artribune®.