L’IA inquina. E in futuro andrà anche peggio
- Postato il 23 dicembre 2024
- Di Focus.it
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L'intelligenza artificiale è probabilmente una delle innovazioni più rivoluzionarie del nostro secolo, ma a quale prezzo? Oltre ai risvolti economici, questa incredibile tecnologica ha un impatto significativo sull'ambiente e sulla salute pubblica. I data center, cuore pulsante dell'IA, richiedono infatti enormi quantità di energia per alimentare le loro operazioni, al punto che Amazon e Google stanno progettando la costruzione di piccoli reattori nucleari (SMR), mentre Microsoft ha addirittura acquistato la centrale dismessa di Three Mile Island (Pennsylvania, nota per l'incidente del 1979) con l'intento di ammodernarla e di rimetterla in funzione.
Questa crescente sete di elettricità sta già avendo ripercussioni preoccupanti sulla qualità dell'aria e, di conseguenza, sulla salute delle persone.. Salute a rischio. Secondo uno studio condotto dall'Università della California di Riverside, entro il 2030 la produzione di energia necessaria per sostenere l'IA potrebbe essere causa di circa 600.000 casi di asma e a 1.300 morti premature ogni anno solo negli Stati Uniti, con un costo per la sanità pubblica di circa 20 miliardi di dollari. I data center, però, non sono soltanto un problema locale. Come sottolinea il professor Shaolei Ren, tra gli autori dello studio in questione, gli inquinanti atmosferici possono viaggiare per grandi distanze, impattando negativamente anche nelle comunità lontane dalle strutture che li generano.
Ma in che misura? Il fabbisogno energetico per addestrare un singolo modello di IA avanzato, per esempio, potrebbe provocare una quantità di inquinamento pari a quello prodotto da un'automobile in oltre 10.000 viaggi di andata e ritorno tra Los Angeles e New York. Una cifra impressionante, che mette in luce la necessità di affrontare con urgenza il problema.. Costi crescenti. Non finisce qui: utilizzando gli strumenti forniti dall'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti, i ricercatori hanno stimato che i data center potrebbero raddoppiare i costi sanitari pubblici associati alle emissioni di agenti inquinanti, superando quelli dell'industria siderurgica americana.
In Virginia, nella cosiddetta "Data Center Alley", i generatori a gas usati come backup stanno già causando problemi rilevanti e si stima che possano provocare 14.000 casi di sintomatologie asmatiche ogni anno, con un costo sanitario di 220-300 milioni di dollari, che potrebbe salire fino a 2-3 miliardi se i macchinari dovessero raggiungere i massimi livelli consentiti dalle normative statali. A subire le conseguenze di questo inquinamento sono peraltro anche Stati lontani, come la Florida.. Rinnovabili: una speranza? Le aziende tecnologiche stanno cercando soluzioni al problema, investendo in progetti di energia rinnovabile e in nuove tecnologie nucleari per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Tuttavia, per il momento, molti data center continuano a funzionare principalmente grazie al gas naturale e le previsioni indicano che, entro il 2030, la domanda necessaria per alimentarli nei soli Stati Uniti potrebbe aumentare fino a eguagliare il consumo energetico totale di stati popolosi come California e New York.. Come evidenziato da Benjamin Lee, dell'Università della Pennsylvania, lo studio rappresenta un primo passo importante per comprendere i costi sanitari legati all'IA, e sebbene sia necessario un ulteriore approfondimento per convalidare i dati ipotizzati, la sfida resterà quella di trovare al più presto un equilibrio tra progresso tecnologico e sostenibilità ambientale..