L’exploit di Macron, Serracchiani smemorata, De Luca spiazza Schlein

  • Postato il 26 luglio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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La fuga in avanti di Emmanuel Macron rischia stavolta di fargli molto male. “A settembre riconosceremo lo Stato della Palestina”, annuncia con enfasi.

Crede di aver lanciato una bomba diventando un grande personaggio dell’Occidente. Il presidente non è nuovo a iniziative del genere: è malato di protagonismo e studia la notte come diventarlo di giorno.

Questo perché nel suo paese non gode di un consenso che lo possa far stare tranquillo. Così ci prova; ma non ha considerato che spesso i proiettili tornano al mittente, proprio come un boomerang.

Così parte in quarta per farsi considerare un eroe e riceve solo schiaffoni. Il più lapidario di tutti è Donald Trump: ” Quello che dice è inutile”, sottolinea e non aggiunge altro.

Macron irrita tutti

L’exploit di Macron, Serracchiani smemorata, De Luca spiazza Schlein, nella foto macron con il presidente palestinese Mahmoud Abbas
L’exploit di Macron, Serracchiani smemorata, De Luca spiazza Schlein (foto ANSA) – Blitz quotidiano

In Europa il piccolo Napoleone non trova  consensi: la Germania tace, la Spagna anche. In Italia Giorgia Meloni ritiene che “Non è il tempo dello stato palestinese”. Come si fa, infatti, a esprimersi in questo modo senza parlare di Israele? È come dire che Hamas ha ragione e Tel Aviv no.

Un conto è sostenere che la guerra potrebbe finire se si creassero due Stati, ma se, al contrario, se ne vuole riconoscere soltanto uno?

D’altronde, il fac totum dell’Eliseo si ripete spesso pur di apparire. Si sente prigioniero in Patria: la Francia non gode di ottima salute, il governo va avanti a tentoni e molti sono convinti che Macron non faccia bene al Paese di cui è presidente.

I più stretti collaboratori di Trump attaccano: “Non cambia nulla se Parigi è tutta dalla parte di chi è stato il primo a scatenare la guerra. Si è dimenticato il sette ottobre, giorno della tragedia che vissero Gerusalemme e Tel Aviv?”. Netanyahu si difende, è fin troppo facile stavolta: “Macron premia il terrore”.

Comunque la si giri questa ideona dell’Eliseo la si considera una vera e propria sciocchezza che ha potuto sostenere solo chi va in cerca di pubblicità.

Accadde in Italia

La maggioranza in Italia non si fa sfuggire l’occasione di dare un colpo agli avversari: “Macron somiglia sempre più (o viceversa) al simpatico Matteo Renzi che pur di apparire farebbe diventare buono pure Stalin”.

Dunque, anche in questo caso, nel nostro Paese si scatena la polemica approfittando di uno svarione che arriva d’oltr’Alpe. Si parla di pace in Medio Oriente, ma subito la “guerra politica” converge sui problemi che affliggono l’Italia. Pure in questo caso, l’unico obiettivo rimane quello di mettere all’angolo l’avversario.

Infuria il contrasto in vista di un’importante consultazione elettorale che vedrà al voto in autunno sei regioni. Elly Schlein è dalla parte di Matteo Ricci, l’ex sindaco di Pesaro, raggiunto da un avviso di garanzia, mentre Giuseppe Conte in un primo momento assai critico con il Pd oggi è meno aggressivo.

Come mai? Semplice: il suo candidato Roberto Fico che dovrebbe governare la Campania è sotto il tiro di Vincenzo De Luca che non ne vuol sapere di lasciare quella poltrona. “Il caso non è chiuso”, dice alzando il tono della voce. “Ho posto due interrogativi alla segretaria del Pd che si è messa d’accordo con l’avvocato del popolo. Primo, quanto contano i 5Stelle in Campania? Nulla. Che cosa hanno fatto negli ultimi anni per la nostra regione? Assolutamente un fico secco”, aggiunge ironicamente. 

Insomma, l’unico accordo che Conte e Schlein erano riusciti a raggiungere oggi viene messo in crisi da un uomo del Pd in rotta con via del Nazareno. Tutto aveva trovato una via d’uscita per salvare Matteo Ricci. Tu dai una cosa a me, io ne ho una a te.

Ricci deve essere salvato ad ogni costo, anche se, obtorto collo, si va incontro ai pentastellati. Elly è convinta che l’ex sindaco di Pesaro deve continuare ad andare avanti: così ha in programma di organizzare una grande cena a ridosso delle elezioni.

Appuntamento in cui saranno invitate 1200 persone. A spese di chi? Non certo di Elly o di Matteo, ma del partito, cioè dei molti  iscritti che storcono la bocca quando si parla di voto nelle Marche e del candidato dei dem.

In un momento di poca diplomazia, Conte si lascia sfuggire una frase: “Ve lo ha ordinato forse il medico di candidare il vostro protetto?”. Pina Picierno, vice presidente della commissione europea, campana, è di avviso diverso: “Con il premier dei 5Stelle è’ molto difficile raggiungere un accordo”. 

La confusione è grande e le due ultime inchieste di Milano e di Pesaro, hanno reso l’aria ancora più irrespirabile. Ci si dimentica pure del recente passato: è il caso di Debora Serracchiani che ora spara a pallettoni contro il ministro Nordio primo responsabile della divisione delle carriere in magistratura. La memoria non aiuta la parlamentare perché fu proprio lei nel 2019 (non nel secolo scorso) a sottoscrivere un documento in cui questa tanto vituperata iniziativa “poteva garantire un giudice che potesse essere terzo ed imparziale”.

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Autore
Blitz

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