L’ex M5s Castaldo (Azione): “Le parole di Calenda non mi appartengono, ho ancora amici nel Movimento”

“Le parole di Calenda non le condivido e non mi appartengono, non sono parte né della mia cultura politica né del mio modo di vedere la politica. Io ho ancora tanti amici nel Movimento coi quali, anche nella diversità di vedute, mantengo un bellissimo rapporto. Mi fa però un po’ sorridere quelli che in passato hanno osannato il verticismo di Conte e la sua deriva autoritaria e che adesso si strappano le vesti per quelle frasi di Calenda”. Così, nella trasmissione In Dino Veritas, condotta da Dino Giarrusso su Radio Cusano Campus, Fabio Massimo Castaldo, già europarlamentare del M5s e attualmente esponente di Azione, commenta l’infelice sortita di Carlo Calenda contro i 5 Stelle durante il congresso pubblico del suo partito (“L’unico modo per avere a che fare con l’M5s è cancellarlo”).

Castaldo assolve, però, il suo leader: “Carlo poi ha spiegato che parlava delle idee del M5s, non certo delle persone. E questa è una cosa assolutamente evidente. Forse era accalorato dal congresso e ha usato toni travisabili. Lui stesso se n’è reso conto e ha fatto bene a correggerlo”.

Castaldo poi si pronuncia sulla spaccatura del Pd nel voto sul piano di riarmo europeo all’Eurocamera: “Il Pd attuale lo vedo un po’ troppo schiacciato sulla linea del M5s. Il risultato di quel voto è stato un segnale di grande debolezza, la sensazione è che il Pd avesse voluto rincorrere la posizione massimalista di Conte su un piano che, peraltro, io condivido nel merito, anzi lo avrei voluto ancora più ambizioso“.

Alla domanda finale di Giarrusso circa l’ubicazione di Azione, Castaldo risponde: “Azione continuerà a essere un’opposizione intelligente. Certo, magari può anche votare dei provvedimenti che vengono dalla maggioranza ma questo non vuol dire entrare nel governo. Poi sarà compito di chi ambisce ad avere una leadership delle opposizioni – conclude – formulare un atteggiamento che possa essere inclusivo e che fa sappia fare sintesi. Per ora non abbiamo visto molto, ma resteremo sempre con questa speranza di vedere una visione. Se l’agenda la detta Conte, sarà difficile essere unitari“.

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