L'Evangelii gaudium, la Magna Charta per la Chiesa
- Postato il 21 aprile 2025
- Di Agi.it
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L'Evangelii gaudium, la Magna Charta per la Chiesa
AGI - Una Chiesa decisamente missionaria, con le porte aperte, che sappia annunciare a tutti la gioia del Vangelo. La prima Esortazione apostolica di Papa Francesco, Evangelii guadium, rappresenta il testo programmatico del suo Pontificato, la Magna Charta per la Chiesa, un vero e proprio programma di riforma, a cominciare dal ruolo stesso del Papa. Il documento, oltre 220 pagine, è diviso in 5 capitoli e 288 paragrafi, e raccoglie anche il contributo dei lavori del Sinodo su "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede", svoltosi in Vaticano dal 7 al 28 ottobre 2012.
Non è un documento sociale del Magistero, scrive Francesco, perché è l'evangelizzazione l'asse portante ma, in uno dei suoi capitoli, vengono presentate numerose sfide sia di ordine sociale e culturale, sia di ordine spirituale ed ecclesiale, alle quali occorre far fronte cercando di capirle e di dare loro una risposta adeguata.
Nell'Esortazione Francesco lancia un accorato appello a tutti i battezzati perché con nuovo fervore e dinamismo portino agli altri l'amore di Gesù, vincendo "il grande rischio del mondo attuale": quello di cadere in "una tristezza individualista". Rischio che corrono anche i credenti, che possono diventare "persone risentite, scontente, senza vita".
"Ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua" e un evangelizzatore non dovrebbe avere "una faccia da funerale", scrive Bergoglio. L'invito è quindi di "recuperare la freschezza originale del Vangelo", trovando "nuove strade" e "metodi creativi". Tutti i cristiani sono chiamati a "uscire dalla propria comodità", a una "nuova 'uscita' missionaria".
La Chiesa quindi è naturalmente "in uscita" ma "uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane non vuol dire correre verso il mondo senza una direzione e senza senso", avverte Francesco. La Chiesa è chiamata "a essere sempre la casa aperta del Padre". E uno dei segni concreti è avere "dappertutto chiese con le porte aperte".
"Nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi", l'Eucarestia "non è un premio per i perfetti", la Chiesa "non è una dogana, è la casa paterna dove c'è posto per ciascuno con la sua vita faticosa".
"Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze", ribadisce Francesco riprendendo quanto detto a Buenos Aires.
E se "non è compito del Papa offrire un'analisi dettagliata e completa sulla realtà contemporanea", l'incoraggiamento di Bergoglio è che tutte le comunità abbiano una "sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi". Sulle sfide del mondo, la denuncia del Papa riguarda il sistema economico "ingiusto alla radice" e che fa prevalere la "legge del più forte, dove il potente mangia il più debole".
"Abbiamo dato inizio alla cultura dello 'scarto' che, addirittura, viene promossa", scrive Bergoglio che sottolinea la "globalizzazione dell'indifferenza", dove non si è capaci di provare compassione davanti al grido di dolore altrui, anestetizzati dalla cultura del benessere.
Il documento affronta anche gli "attacchi alla libertà religiosa" e le "nuove situazioni di persecuzione dei cristiani, le quali, in alcuni Paesi, hanno raggiunto livelli allarmanti di odio e di violenza. In molti luoghi si tratta piuttosto di una diffusa indifferenza relativista". Sull'Islam mette in guardia dai luoghi comuni e ricorda che il Corano è contro la violenza. Nel documento inoltre resta ferma la condanna dell'aborto (e dell'eutanasia).
"Non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non e' un argomento soggetto a presunte riforme o a 'modernizzazioni'. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana". "Pero' - ammette Francesco - è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure".
L'afflato che più colpisce nel documento è l'attenzione ai poveri, che hanno "un posto preferenziale" nel cuore di Dio. I cristiani, precisa Bergoglio, "sono chiamati ad ascoltare" il loro grido, "essi hanno molto da insegnarci", ribadisce. "Desidero una Chiesa povera per i poveri" perché "occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri. Non lasciamoli mai soli".
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