L'esercito israeliano colpisce basi Unifil in Libano: due sono italiane

  • Postato il 10 ottobre 2024
  • Di Il Foglio
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L'esercito israeliano colpisce basi Unifil in Libano: due sono italiane

Le forze armate israeliane hanno colpito tre basi della missione Unifil nel sud del Libano, due delle quali italiane. Due caschi blu indonesiani sono rimasti feriti, ma secondo quanto riporta l'Organizzazione delle nazioni unite le loro condizioni non sono gravi. Non risultano feriti soldati italiani. 

“Ieri, in serata, militari regolari dell'Idf avevano neutralizzato alcuni componenti del sistema di videosorveglianza presso la base UNP 1-31" sulla collina di Labbune, nell'area di responsabilità del contingente italiano, ha specificato il ministro della Difesa Guido Crosetto. Sempre ieri sera sono stati colpiti il sistema di illuminazione e un ripetitore radio presso la base 1-32A con il tiro di armi portatili. "Stamattina - prosegue il ministro - alcuni colpi di armi portatili hanno colpito l'interno della base 1-31" dove si trovano i soldati italiani, e "su cui è seguito il sorvolo di un drone. La situazione è attualmente sotto controllo, il personale è in sicurezza”. Nell'attacco sono stati danneggiati i sistemi di comunicazione tra la base e il comando Unifil a Naqura.

Anche il quartier generale di Unifil a Naqura è stato preso di mira: è lì che sono stati feriti gli indonesiani. 

 

Unifil è la Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite creata il 19 marzo 1978 e più volte rinnovata. Il suo lo scopo era quello di creare una fascia di sicurezza all'interno del territorio libanese e di disarmare Hezbollah. 

  

 

"Qualsiasi attacco deliberato alle forze di peacekeeping costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario", ha affermato l'Onu in una nota in cui dà notizia dell'attacco. Secondo la versione delle Nazioni Unite, le forze israeliane hanno "ripetutamente colpito" le posizioni Unifil nelle ultime 24 ore.

  

Palazzo Chigi fa sapere che la premier Giorgia Meloni ha avuto questo pomeriggio un colloquio telefonico con il comandante del settore ovest della missione Unifil, il generale Stefano Messina, dal quale ha ricevuto un aggiornamento sulla missione e sulla situazione del nostro contingente impegnato in Libano. Il governo italiano – continua la nota – ha formalmente protestato con le autorità israeliane e ha ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente Unifil non è ammissibile. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha convocato l’ambasciatore d’Israele in Italia e nel pomeriggio terrà una conferenza stampa. 

  

Meloni "ha espresso la forte vicinanza, sua personale e del governo, ai nostri militari attualmente impegnati in Libano nell’ambito della missione Onu e di quella bilaterale Mibil".

 

Solo tre giorni fa il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva chiesto al presidente d’Israele, Isaac Herzog, e al ministro degli Esteri Israel Katz, "l’impegno per garantire la massima sicurezza durante gli attacchi che si stanno effettuando contro Hezbollah”, in Libano.

  

Nei giorni scorsi Tel Aviv aveva chiesto ai Caschi Blu al confine libanese di farsi da parte, nello specifico per quanto riguarda l’avamposto 6-52 presidiato da un singolo plotone irlandese. A questa richiesta le Nazioni Unite avevano opposto un rifiuto. In una lettera all'esercito israeliano del 3 ottobre, scrive l'agenzia Reuters, l'Unifil si era opposta al posizionamento di veicoli e truppe israeliane "nelle immediate vicinanze" delle posizioni Onu, "mettendo così a repentaglio la sicurezza del personale e dei locali".

 

 

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Il Foglio

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