L’eredità contesa, i gioielli e i quadri portati via, i figli gemelli mai nati. Il caso Matacena è diventato un giallo internazionale

Madre miss Italia 1962 e figlio ex parlamentare berlusconiano condannato per mafia e latitante a Dubai. Entrambi muoiono all’improvviso a distanza di tre mesi l’uno dall’altro. Un’eredità contesa, a colpi di testamento falsi, tra chi voleva fare cremare i due corpi e lasciarli negli Emirati Arabi e chi ha preteso il rimpatrio ottenuto solo dopo molti mesi. Il tutto mentre un altro figlio della miss, pochi giorni dopo il decesso della madre in mezzo al deserto, si sarebbe recato a Reggio Calabria per intrufolarsi nella sua abitazione e fare razzia di gioielli, quadri e pellicce portati via con un furgone preso a noleggio prima che, anche quelli, sparissero come i soldi che l’anziana donna aveva sul conto corrente. Il giallo internazionale è servito e dà il via ai titoli di coda della dinastia dei Matacena, eredi del cavaliere Amadeo, lo storico armatore che, oltre ai miliardi della vendita delle Caronti, ha voluto dare il suo stesso nome a quel figlio diventato negli anni Novanta parlamentare di Forza Italia prima di essere coinvolto nel maxi-processo “Olimpia” e condannato per concorso esterno con la ‘ndrangheta.

La storia – Latitante a Dubai, il 16 settembre 2022 Amedeo Matacena Junior è stato stroncato da un infarto del miocardio. Almeno questa è la versione ufficiale perché a completare il quadro dell’intrigo familiare c’è l’ultima moglie dell’ex deputato, Maria Pia Tropepi, ex modella e medico chirurgo estetico che oggi è indagata dalla Procura di Reggio Calabria per l’omicidio del marito, con cui si era sposata pochi mesi prima con il rito islamico, e per quello della suocera.

Sulla morte di Amedeo Matacena e di Raffaella De Carolis, adesso la Procura vuole vederci chiaro anche nel tentativo di capire che fine ha fatto il patrimonio milionario delle due vittime. Ruota tutta su questo movente l’inchiesta coordinata dal procuratore capo reggente Giuseppe Lombardo, dall’aggiunto Stefano Musolino e dal sostituto Sara Parezzan che hanno disposto la riesumazione dei corpi ordinandone l’autopsia. La speranza è che gli esami tossicologici e chimici, ordinati sulle salme, possano fornire qualche risposta sulla causa del decesso di Matacena e svelare se la sua morte è collegata con quella della madre.

L’indagine e la moglie – Il sospetto degli inquirenti è che i due congiunti siano stati avvelenati da qualcuno che abbia avuto interesse a mettere le mani sui conti correnti e sulle società all’estero del politico reggino che, se non fosse morto, nel giugno 2023 sarebbe tornato libero in quanto la sua condanna, dopo 10 anni di latitanza, sarebbe diventata inesigibile dallo Stato italiano. A un passo dalla libertà e dal poter rientrare in Italia, quindi, tutto finisce in una gelida sala mortuaria di Dubai dove il corpo di Matacena è rimasto fino alla primavera scorsa quando i suoi conti correnti e quelli della madre erano già svuotati.

Gli indizi della Procura portano a Maria Pia Tropepi che è rimasta sempre molto attiva sui social tanto che, all’indomani della morte del marito, ha annunciato di essere in dolce attesa di due gemelli. Che però, stando a quanto trapela dagli ambienti familiari dell’ex deputato e anche dagli amici storici di Matacena, nessuno ha mai visto perché non sarebbero mai nati. Tornando alle indagini, gli accertamenti tecnici sulle salme inizieranno il primo ottobre e la relazione dei consulenti della Procura sarà depositata non prima di dicembre. Ma al centro dell’inchiesta non c’è solo quello che per i magistrati potrebbe rivelarsi un duplice omicidio. La delega alla Direzione investigativa antimafia è molto più ampia: la Dia di Reggio Calabria indaga anche su una storia di testamenti falsi e di gestione dell’eredità delle due vittime.

I reati contestati – Complessivamente, infatti, oltre che per le due morti, Tropepi è sotto inchiesta per undici ipotesi di reato tra cui procurata inosservanza di misure di sicurezza detentive, falsità in testamento olografo, circonvenzione di incapaci, autoriciclaggio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, accesso abusivo a un sistema informatico ed estorsione. Alcuni reati sarebbero stati commessi, dopo la morte di Matacena, in Belgio e in Lituania dove, per i pm, Tropepi ha cercato di autoriciclare i soldi del marito e della suocera.

L’avvocato – A difenderla l’avvocato Attilio Perrelli secondo cui, a proposito del presunto duplice omicidio, è “doveroso precisare che l’ipotesi di reato, correttamente e legittimamente perlustrata dalla magistratura inquirente, si fonda, allo stato, su meri sospetti agitati nei confronti della mia assistita”. “Le attività disposte dal pubblico ministero – dice il difensore – consentiranno, definitivamente, di fugare ogni dubbio e soffocare illazioni e speculazioni che tendono a danneggiare l’immagine della signora Tropepi. La mia rappresentata svolgerà le proprie difese nelle sedi a ciò deputate con la certezza di quello che sarà l’esito dell’inchiesta e la serenità che contraddistingue chi non ha nulla da temere”.

In questo giallo internazionale, infine, ci sono altri tre indagati, nessuno dei quali per omicidio. Tra questi lo storico collaboratore del politico Martino Politi, accusato di un falso testamento, e addirittura Elio Matacena, il fratello dell’ex parlamentare. I due non avevano buoni rapporti ed Elio oggi è indagato per violazione di domicilio e furto in abitazione: era quella della madre morta pochi giorni prima.

Per una sorta di “par condicio” giudiziaria, nell’inchiesta c’è pure un parente della Tropepi: è il figlio 23enne, Giovanni Rispoli, avuto da un precedente matrimonio con un uomo campano. Per la Procura, il giovane è sospettato di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Nell’ipotesi accusatoria erano i soldi di Amedeo Matacena a cui due giorni fa l’ultima moglie, oggi indagata per il suo omicidio, gli ha dedicato un pensiero sui social: “La morte – scrive Maria Pia Tropepi – non può fermare il vero amore, può solo ritardarlo un po’ e rimandare l’abbraccio che avrei voluto darti oggi a un domani in cui saremo di nuovo insieme e felici. Questo non è un addio ma un arrivederci. Buon compleanno”.

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Il Fatto Quotidiano

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