L’epoca del disagio e la via della protopia: ricostruire la democrazia dai comuni

  • Postato il 24 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
L’epoca del disagio e la via della protopia: ricostruire la democrazia dai comuni

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In tempi incerti, serve rafforzare democrazia partendo dai Comuni (Protopia). Italia, “democrazia imperfetta” con alta corruzione, necessita impegno civico.


Molti di noi vivono il disagio di questa epoca, contrassegnata da guerre e incertezze sul futuro. Un’epoca di transizione tra un paradigma di sviluppo e un altro, un’epoca di passaggio dall’euforia dello sviluppo a tutti i costi, alla disforia di un mondo inquinato, fragile e nuovamente bellicoso per via della messa in discussione dell’ordine internazionale. Con un Occidente che è passato dal «Cogito ergo sum = Penso dunque sono» all’«Appareo ergo sum = Appaio dunque sono», dalla sostanza alla forma, dalla profondità alla superficie. Da un occidente che è passato dal considerare “idiota” chi nell’antica Grecia non prendeva parte agli affari pubblici, a chi, nella società di oggi, prende parte agli affari pubblici senza ricavarne degli interessi privati e personali.

Per chi, come il sottoscritto, ritiene di avere a cuore il bene comune, questi sono tempi di sofferenza, di disagio, di forte indignazione. Indignazione che però non va solo sfogata con proteste, ma va tradotta nell’impegno di rafforzare le istituzioni democratiche sia locali, che nazionali e internazionali, per arginare la deriva della società, per combattere la mediocrità nella politica, la corruzione, cominciando dal basso. Rendere le nostre istituzioni più solide, più responsabili, più efficaci, più inclusive e più trasparenti è una missione a cui, quelli che teniamo al bene comune, dobbiamo lavorare tutti insieme, al fine di renderle meno corrotte, meno complicate, più funzionanti, più semplici.

L’ITALIA: UNA “DEMOCRAZIA IMPERFETTA” DEI COMUNI E LA SFIDA DELLA CORRUZIONE

Da questo punto di vista il nostro Paese deve fare ancora tanto. Nel Corruption Perceptions Index, l’indice che misura la percezione della corruzione nel mondo, l’Italia è al 52° posto, ossia bassissima, e al 19° posto nell’Unione Europea su 27 Paesi. Nel Democracy index, l’indice che misura il livello di democraticità dei Paesi del mondo, da 0 a 10 abbiamo voto 7,58, ossia siamo considerati una “democrazia imperfetta”. Da 0 a 4 sono autocrazie (ossia regimi dittatoriali) da 4 a 6 regimi ibridi, da 6 a 8 democrazie imperfette, e da 8 a 10 democrazie piene. Noi siamo una democrazia imperfetta. Che dobbiamo impegnarci è dunque scontato, ma da dove bisogna partire? Non c’è dubbio: bisogna partire dal proprio territorio, dal proprio Comune.

Il mondo si può cambiare partendo dal cambiare la propria città! E’ il concetto che mi piace chiamare di “PROTOPIA”, dal greco “Pro = a favore di” e “Topos = Luogo”, quindi “a favore del luogo”, del proprio luogo, quello che si abita. Quindi a favore del proprio Comune. Perché partire dal proprio Comune? Perché i Comuni sono la base della nostra Repubblica, (come ha ricordato di recente il nostro Presidente della Repubblica Mattarella) non la loro periferia, sono la base ossia la forza, come è sancito giustamente nel nuovo articolo 114 della Costituzione, che pone i Comuni prima di tutti gli altri enti nella composizione dello Stato, infatti ad essi sono affidate, prima che a tutti gli altri enti statali, le funzioni amministrative, come sancito dall’art. 118.

RAFFORZARE LE ISTITUZIONI DAL BASSO PER UNA NUOVA EPOCA

Bisogna ripartire dal proprio Comune e renderlo un’istituzione forte, democratica, inclusiva, trasparente, funzionante, perché un’istituzione è tanto più forte quanto più è legittimata dalla popolazione. E per essere legittimata deve ispirare “fiducia”. Le istituzioni democratiche vivono pertanto di fiducia perché si nutrono di legittimazione popolare. Se dunque rafforziamo le istituzioni politiche e governative dal basso, potremo rafforzare e rinnovare la politica in tutto il Paese e contribuire così per davvero a una nuova epoca.

Se non risolviamo questo problema, ossia rafforzare le nostre istituzioni, a cominciare da quelle locali, non potremo risolvere nessun altro problema che ci affligge collettivamente, perché molti altri problemi dipendono da questo, e saremo condannati a subire, anziché determinare, questo nostro tempo, di cui siamo comunque protagonisti e responsabili.

DEMOCRAZIA E COMUNI: LA POLITICA COME SCIENZA E L’IMPEGNO CIVICO

Per farlo, la politica deve tornare dal basso a essere scienza, scienza dell’avvenire, piuttosto che una grossolana astuzia, astuzia per detenere il potere a proprio vantaggio e a svantaggio dei più. E’ auspicabile, dunque, che tutte le persone per bene che hanno a cuore il bene comune e l’interesse generale, tornino a impegnarsi direttamente, in prima persona, magari anche impegnandosi nelle organizzazioni sociali della propria città e nei partiti, candidandosi anche a ricoprire incarichi politici e amministrativi a livello locale.

E’ una necessità improcrastinabile. Non basta protestare, non basta indignarsi, serve un impegno diretto e concreto verso le istituzioni democratiche, a cominciare da quelle comunali. Serve la disponibilità a rinvigorire la repubblica democratica dai territori, affinché possa reggere l’urto delle spinte autocratiche che vengono dal resto del mondo e possa ritrovare nuovo slancio e nuova linfa vitale per il bene di tutti.

* Francesco Lo Giudice ( Cultore della materia in Sociologia Politica, Unical e Unisob.
Docente di Sociologia Generale, IUGP. Sindaco di Bisignano (Cs) dal 2017 al 2021).

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