L’epilogo del caso Toti. Si chiama vergogna, si chiama ricatto

  • Postato il 27 luglio 2024
  • Di Il Foglio
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L’epilogo del caso Toti. Si chiama vergogna, si chiama ricatto

Al direttore - Toti si è dimesso, e con lui lo stato di diritto.
Michele Magno

Faccio mie le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, garantista vero: “Un cittadino incensurato e tuttora innocente si è dovuto dimettere per poter sperare di essere libero e poter ottenere nuovamente i suoi diritti costituzionali. Da questa vicenda esce sconfitta la giustizia e si palesa una rattristante debolezza della Politica, quella con la P maiuscola, quella che sa difendere i principi e non solo gli amici più prossimi o i cerchi magici. Noto troppa sudditanza, quasi paura, nei confronti di un potere delle stato che non dovrebbe incutere alcun timore alle persone oneste. Forse perché sanno che in Italia non basta essere onesti per sentirsi tranquilli. Perché la storia ci ha dimostrato che l’onestà magari emerge dopo 10, 15 o venti anni. Io invece mi ostino a credere che occorra fare battaglie di principio, senza paura. Perché la paura di una ritorsione non è un sentimento che può avere spazio in una democrazia vera e matura”. Si chiama circo mediatico-giudiziario. Si chiama vergogna. Si chiama ricatto.

 

  

Al direttore - Quando un presidente di regione, Giovanni Toti, viene tenuto ai domiciliari nonostante la totale mancanza delle esigenze cautelari, e quando la decisione dei giudici viene motivata con argomenti risibili, diventa subito evidente che l’obiettivo è chiaro e la determinazione ferrea. E che “resistere resistere resistere” può valere per un po’, ma poi bisogna calarsi nella realtà, pensare anche alle conseguenze, personali e famigliari, e rassegnarsi al fatto che il potere ce l’hanno loro, le toghe, che lo utilizzano come e quando vogliono, e che lottare, a meno che non ci si chiami Silvio Berlusconi, altra storia, alla fine potrebbe risultare, purtroppo, inutile e doloroso. Soprattutto se, nel mezzo, parte mondo politico rappresentato dalla sinistra scende in piazza non per difendere la politica dalle incredibili decisioni della magistratura, non sia mai, ma per chiedere le dimissioni del governatore, dimostrando di non imparare mai, mai, la lezione.
Luca Rocca 

Dalla Treccani. Ricatto. S. m. [der. di ricattare]. – 1. ant. Riscatto; prezzo del riscatto. 2. a. Estorsione di denaro, o di altri profitti illeciti, con minacce che costituiscono coazione morale (v. ricattare, nel sign. 2 a): fare, tentare un r.; cedere a un r.; è un vile, un volgare ricatto. Estens. (spesso scherz.): ma questo è un r.!, quando si è messi nella condizione di non poter opporre un rifiuto a quanto ci vien chiesto. b. Nel codice penale italiano abrogato, il delitto corrispondente a quello che, nel codice vigente, è definito “sequestro di persona a scopo di rapina o di estorsione”.

   

    

Al direttore - La spiegazione, totale o parziale, che uno degli editoriali del Foglio del 26 luglio riporta delle entrate fiscali risultate superiori per 16,4 miliardi a quelle previste dal Def costituisce un “pensar male”, ma spesso si indovina: fare apparire, da parte del Tesoro, la coperta corta per affrontare tempi più duri. Naturalmente, occorre aggiungere che, se la spiegazione fosse fondata anche solo parzialmente, alla positiva sorpresa che si avverte bisognerebbe, poi, far seguire una constatazione deprimente per il fatto che si debba ricorrere a un tale escamotage per controllare la spesa e prepararsi a momenti più difficili. E’ la via del tradizionale “tesoretto” che segnala i gravi limiti del governo della finanza pubblica (non solo di questo esecutivo) e, più in generale, della politica economica. Sarebbe la ripetizione di quel che si tentò a proposito delle garanzie pubbliche Covid: si prospetta vano, senza adeguati fondamenti, rischi di ingenti escussioni, poi pienamente rientrati a opera dello stesso ministro Giorgetti nell’intervento all’assemblea dell’Abi. Sono scelte che alla lunga, se trovano conferma, finiscono con il prospettare condizioni di debolezza, anziché di solidità. Con i migliori saluti.
Angelo De Mattia 

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Autore
Il Foglio

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