Leone XIV proclama sette nuovi santi, tra loro “il medico dei poveri” venezuelano e san Bartolo Longo

  • Postato il 19 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Sette nuovi santi, di cui due laici senza miracolo. Lo ha deciso Leone XIV che, dopo aver recentemente canonizzato san Pier Giorgio Frassati e san Carlo Acutis, ha proclamato, in piazza San Pietro, sette nuovi santi. Tra essi spiccano in modo particolare due figure: san José Gregorio Hernández Cisneros, il primo santo venezuelano soprannominato “il medico dei poveri”, e san Bartolo Longo, fondatore del celebre Santuario mariano di Pompei. Prevost, eletto proprio il giorno della supplica alla Madonna di Pompei, l’8 maggio 2025, ha confermato per entrambi la decisione presa da Bergoglio poco prima della sua morte, il 25 febbraio 2025, ovvero di procedere alla canonizzazione senza il secondo miracolo, il primo serve per la beatificazione, previsto dall’iter per la santità. Papa Francesco lo aveva stabilito mentre era ricoverato al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale multimicrobica.

Bergoglio, come spiegò all’epoca un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, aveva approvato “i voti favorevoli della sessione ordinaria dei padri cardinali e vescovi membri del Dicastero (delle cause dei santi, ndr) per la canonizzazione del beato Giuseppe Gregorio Hernández Cisneros, fedele laico, nato a Isnotu (Venezuela) il 26 ottobre 1864 e morto a Caracas (Venezuela) il 29 giugno 1919 e del beato Bartolo Longo, fedele laico, nato a Latiano (Italia) il 10 febbraio 1841 e morto a Pompei (Italia) il 5 ottobre 1926”. Decisione confermata da Leone XIV nel suo primo concistoro per il voto su alcune cause di canonizzazione, il 13 giugno 2025.

Recentemente, Prevost ha voluto “ricordare il beato José Gregorio Hernández, uno dei medici più conosciuti in Venezuela all’inizio del XX secolo. Lo considero un buon esempio poiché seppe coniugare la sua alta competenza medica con la sua dedizione ai più bisognosi, il che gli valse il titolo di ‘medico dei poveri’”. Morì in un incidente il giorno dopo aver detto: “Offro la mia vita per la pace nel mondo”. In quelle stesse ore veniva resa pubblica la firma del Trattato di Versailles che pose fine alla prima guerra mondiale, mentre la notizia della sua morte sortì un duraturo effetto di distensione nel Venezuela di Juan Vicente Gómez. Amava la cultura, la musica e la pittura. Tentò due volte la via religiosa, ma restò laico per motivi di salute. Di lui Bergoglio diceva: “È un modello di santità impegnata nella difesa della vita, con le sfide della storia e, in particolare, come paradigma di servizio al prossimo, come un buon samaritano, senza escludere nessuno. È un uomo di servizio universale”. La sua biografia più autorevole è stata pubblicata, proprio in occasione della sua canonizzazione, dalla vaticanista dell’Ansa, Manuela Tulli, e si intitola José Gregorio Hernández. Il primo santo del Venezuela (Ares).

L’altro canonizzato dispensato dal miracolo, Bartolo Longo, è abbastanza conosciuto nel Sud Italia. Grazie a lui, Pompei è diventata una delle più celebri mete mariane di pellegrinaggio al mondo. Il libro, pubblicato anch’esso in occasione della sua canonizzazione, Bartolo Longo. La santità che si fa storia (Edizioni Santuario di Pompei-D’Amato editore) scritto da Angelo Scelzo, vicedirettore emerito della Sala Stampa della Santa Sede, è impreziosito dalla prefazione del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. In essa, il porporato sottolinea che “più si scorrono le pagine del volume e più si comprende come Longo sia un laico che ha saputo vivere la sua santità nell’ordinario: ha amato i poveri e s’è preso cura, ogni giorno, dei minori abbandonati, dei figli dei detenuti, delle orfanelle; ha propagato il santo rosario, che un’ispirazione interiore, ricevuta nell’ottobre 1872, gli indicò come strumento di salvezza; ha testimoniato la fede; si è fatto strumento della carità, altro nome di Dio; ha seminato nel mondo la speranza. È stato, per usare un’espressione cara a Papa Francesco, modello della Chiesa in uscita”.

Gli altri cinque nuovi santi sono: Ignazio Choukrallah Maloyan, arcivescovo armeno cattolico di Mardin che, essendosi rifiutato di abbracciare un’altra fede, venne fucilato insieme a molti altri correligionari; Peter To Rot, laico e catechista, che fu arrestato durante la seconda guerra mondiale perché aveva perseverato nel suo ministero e subì il martirio con una iniezione di veleno letale ed è stato il primo beato della Papua Nuova Guinea; Vincenza Maria Poloni, fondatrice dell’Istituto delle sorelle della misericordia di Verona, il cui carisma fu segnato dalla sua esperienza nell’assistenza di ammalati, anziani e orfani fino alla morte; Maria del Monte Carmelo Rendiles Martínez, fondatrice della Congregazione delle serve di Gesù che insieme alle consorelle ha servito con amore nelle parrocchie, nelle scuole e accanto ai più bisognosi e, infine, Maria Troncatti, religiosa professa della Congregazione delle figlie di Maria Ausiliatrice. Infermiera durante la prima guerra mondiale, partì poi per l’Ecuador, dove si spese interamente nell’evangelizzazione e nella promozione umana.

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Il Fatto Quotidiano

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