Leone XIV, ecco come intende svecchiare la Chiesa
- Postato il 21 novembre 2025
- Di Panorama
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Un cielo cielo grigio scuro, coperto di nuvole spesse e pesanti, ha fatto da contorno a Papa Leone XIV nella sua prima uscita ufficiale oltre i confini di Roma e provincia. L’arrivo in elicottero, la visita alla tomba di San Francesco nella cripta della Basilica Inferiore, l’incontro alla Porziuncola con i vescovi italiani riuniti per l’assemblea della Conferenza Episcopale Italiana: ogni tappa ha avuto un significato ben preciso. «È per me una benedizione poter venire oggi in questo luogo sacro. Siamo vicini agli ottocento anni dalla morte di San Francesco. Questo ci dà modo di prepararci per celebrare questo grande, umile, povero santo mentre il mondo cerca segni di speranza», ha annunciato il Pontefice, anticipando il suo ritorno per l’ottavo centenario della morte del santo, nel 2026. Ma dietro la dimensione spirituale del pellegrinaggio si nascondeva un’agenda riformatrice ambiziosa.
Chiudendo l’assemblea generale della Cei, infatti, Leone XIV ha pronunciato un discorso articolato che segna una svolta nella governance ecclesiastica. Il Papa ha invitato i vescovi a tornare alle fondamenta della fede e a dare forma concreta a «una Chiesa collegiale», promuovendo «un umanesimo integrale». Ma soprattutto ha toccato un nervo scoperto: la necessità di rinnovare le strutture, evitando che «pur con buone intenzioni, l’inerzia rallenti i necessari cambiamenti».
Pensione a 75 anni per i vescovi
Il fulcro della riforma riguarda l’età dei vescovi. Leone XIV ha chiesto che «si rispetti la norma dei 75 anni per la conclusione del servizio degli Ordinari nelle diocesi e, solo nel caso dei Cardinali, si potrà valutare una continuazione del ministero, eventualmente per altri due anni». Nel 2018 papa Francesco aveva eliminato la pensione automatica a 75 anni, introducendo un sistema più flessibile: i vescovi devono presentare la rinuncia, ma il Pontefice può prolungare il loro incarico valutando caso per caso. Un meccanismo che spesso ha allungato i tempi, creando situazioni di stallo. Il rinnovamento di Leone XIV punta invece a velocizzare e sburocratizzare i procedimenti.
Dal punto di vista economico, un vescovo guadagna mediamente circa 3000 euro mensili e la sua pensione si aggira attorno ai 1600-1800 euro, variando in base all’incarico e all’anzianità. L’Ordinario Militare, equiparato al grado di generale di corpo d’armata, può raggiungere i 4000 euro mensili. Per i cardinali, che percepiscono in media 5000 euro al mese, il calcolo pensionistico è più complesso. Le pensioni sono gestite dal Fondo Clero presso l’Inps, ma le regole non sempre vengono applicate con rigore.
Diocesi più piccole e Chiesa più snella
Il progetto di Leone XIV non si limita solo alla questione anagrafica. Il Papa ha delineato il profilo di una Chiesa più snella, con diocesi di dimensioni ridotte accorpate tra loro. L’obiettivo è superare le «secche» dell’inerzia burocratica e rispondere meglio alle sfide contemporanee. Una riforma strutturale che richiederà tempo e capacità di mediazione, ma che il Pontefice considera necessaria perché la Chiesa «ha bisogno di rinnovarsi costantemente».
Non è casuale che Leone XIV abbia scelto Assisi per annunciare questa visione riformatrice. Il richiamo a San Francesco, alla sua povertà e umiltà, diventa paradigma di un rinnovamento che parte dall’essenziale. Dopo l’incontro con i vescovi, il Papa si è recato a Montefalco, visitando la comunità delle monache agostiniane che conosceva bene dai tempi in cui era priore generale dell’ordine. Un gesto che sottolinea l’importanza delle piccole comunità e della testimonianza concreta, lontana dai riflettori, tipica della personalità di Robert Prevost.
Il percorso tracciato dal Pontefice non sarà di certo semplice. Ma ad Assisi, città meravigliosa e spirituale che ha dato i natali a un rivoluzionario come San Francesco, Leone XIV ha lanciato un messaggio chiaro: la Chiesa deve saper guardare al futuro per restare fedele alla propria missione. Come, d’altronde, ha sempre fatto.