Leonardo M346, l’aereo italiano che sfida per la Marina Usa: simulazione di battaglia nei cieli del Kansas
- Postato il 24 settembre 2025
- Di Panorama
- 4 Visualizzazioni


Cominciano negli Stati Uniti le valutazioni del velivolo Leonardo M346 Master come concorrente della gara Undergraduate Jet Training System (UJTS), la fornitura di un addestratore alla U.S. Navy, grazie all’accordo tra l’azienda italiana e la storica casa statunitense Beechcraft del gruppo Textron.
La simulazione rivelata da Flight Global
La testata Flight Global rivela di aver assistito a una simulazione di volo avvenuta il 16 settembre nella quale l’aeroplano italiano ha intercettato e abbattuto – ovviamente in modo virtuale – un velivolo Sukhoi 27 “misteriosamente” comparso (perché generato dal computer), sopra le praterie americane.
All’interno della cabina di pilotaggio dello M346N (N sta per Navy), tre schermi mostravano la situazione tattica, tra cui un aggancio radar aria-aria sul nemico in avvicinamento, la cui identità veniva confermata visivamente su un altro schermo che mostrava un video in bianco e nero in diretta proveniente dal “pod” di puntamento di bordo appeso sotto l’ala.
La situazione era tale che l’istruttore al simulatore decideva che il bersaglio era abbastanza vicino per usare un Sidewinder (missile Aim-9x a ricerca di calore, ndr)”. Poi il display radar scompariva sostituito da una sagoma dell’aereo che elencava le armi disponibili per affrontare la minaccia.
Il realismo dell’addestramento
L’indicatore dell’Aim-9x lampeggiava in bianco proprio mentre il jet eseguiva una virata a 3,5G (tre volte l’accelerazione di gravità) per orientarsi sul bersaglio. Le teste dei piloti diventavano pesanti, l’accelerazione comprimeva i loro polmoni e ne schiacciava i corpi contro i sedili. Le tute anti-g si sono gonfiate intorno alle gambe per trattenere il sangue nel cervello, l’indicatore dell’Aim-9x lampeggiava brevemente in verde e pochi istanti dopo il Su-27 scompariva. Abbattuto.
Ma mentre l’aereo amico, decollato dall’aeroporto di Wichita, stava effettivamente volando sopra i pascoli del Kansas con le postazioni del pilota e dell’ufficiale addetto alle armi occupate, quello nemico e il missile che lo ha distrutto erano virtuali, generati dal sistema di addestramento di bordo del jet.
Il sistema Gbts e la tecnologia Lvc
Il sistema di addestramento italiano si chiama Ground Based Training System (Gbts) ed è composto da un segmento di terra che include simulatori, sistemi di pianificazione e gestione delle missioni, preceduti da corsi di formazione multimediali.
C’è poi la tecnologia Live-Virtual-Constructive (Lvc) che integra le attività reali con le simulazioni in vari ambienti virtuali e negli scenari generati dal computer, creando un ambiente di addestramento realistico e completo per ricreare combattimenti aria-aria e aria-terra.
E tutto questo, quotidianamente utilizzato presso la scuola di addestramento Ifts di Decimomannu gestita dall’Aeronautica Militare italiana e da Leonardo, interessa molto alla Difesa Usa, tanto che in Sardegna si addestrano per la prima volta anche piloti americani.
Le regole americane e i precedenti Leonardo
Le regole delle gare per il Pentagono sono da sempre grandi occasioni per la nostra industria, ma per fornire mezzi allo Zio Sam la legge americana impone che questi siano assemblati negli Usa, come avvenne qualche anno fa quando Boeing vinse l’appalto per gli elicotteri con i nostri AW139, divenuti “Grey Wolf” e nel 2020 per gli AW119 Koala divenuti addestratori avanzati TH-119, contratto che vede Leonardo essersi aggiudicata la produzione di un massimo di 130 elicotteri.
Questi assumono poi la denominazione militare TH-73A (TH sta per elicottero da addestramento) a supporto del programma Advanced Helicopter Training System (Ahts).
I concorrenti e i punti di forza
La gara che vedrà concorrere lo M346N è una sfida ardua da vincere: oltre al Beechcraft/Leonardo M346N la scelta della Marina sarà tra Boeing-Saab T-7 Red Hawk (sulla carta più costoso), il Lockheed Martin TF-50 basato sul Kai T-50, addestratore sudcoreano sviluppato per il 15% dagli Usa e il Freedom Trainer della Sierra Nevada Corporation (Snc).
Il punto di forza dello M346N? Essere già utilizzato per lo stesso scopo dalle Forze Aeree di diverse nazioni. Il punto debole è soltanto “politico”: essere stato in gran parte riprogettato in Italia ma partendo da quanto restava dell’accordo tra l’Aermacchi e la russa Yakovlev in vigore tra il 1993 e il 1999, ovvero dall’addestratore Yak-130. La gara prevede la proclamazione del vincitore nel gennaio 2027.