Leganza: Al convegno pro-donne un imputato per lesioni
- Postato il 23 novembre 2024
- Di Libero Quotidiano
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Leganza: Al convegno pro-donne un imputato per lesioni
Qui, Leonardo Caffo, non è Louis -Ferdinand Céline. Mentre lei, Chiara Valerio, è senz'altro Virginia Woolf (va da sé riprodotta in fumetto manga). E dunque lui, filosofo animalista di Catania, è il presunto manesco denunciato un anno fa dall'ex fidanzata per aggressioni, minacce, strangolamenti. Mentre lei, scrittrice di Scauri, è la direttrice di “Più libri più liberi” (fiera romana della piccola e media editoria: il Bloomsbury Group che ci meritiamo) la quale, dopo aver dedicato la rassegna, quest'anno, a Giulia Cecchettin, ha pensato bene d'invitare il suddetto filosofo (che non è Céline, non è genio, epperò è sregolato) e di guadagnarsi così l'ira delle neofemministe.
Ira che - attenzione - ha poi condizionato il gran rifiuto di lui a partecipare alla fiera («smetto di arrecare ogni disturbo - scrive Caffo - derivante dalla mia sola esistenza»). E nondimeno la difesa di lei che se per anni ha additato il sistema eteropatriarcale di allevare maschi ipso facto violenti, adesso si ritrova a difendere Caffo. Ovvero il maschio (ipso facto violento) che si trasforma, vivaddio, in «presunto innocente» (così dice Valerio). Leonardo Caffo, il cui nome stride col cognome Cecchettin, che tuttavia s'invita per quel senso d'impunità noto come “cricca letteraria” o “cricchetta Valerio” (anch'essa riprodotta in fumetto Manga). Caffo, insomma, che a sua volta diserta per sopraggiunte proteste femministe e perché se fai la giacobina- tu, Valerio- contro Turetta-assassino, ci sarà sempre qualcuna più giacobina dite contro Caffo-manesco. Ricapitolando, quindi, il Céline di Catania e la Woolf di Scauri sono i due fili dell'ultimo cortocircuito in seno alle lettere patrie.
Le due maschere dell'ultima carnevalata post-letteraria. Dove lei, predicatrice di «più libri e più libertà» (ma sovente castrante l'italiano: car* tutt*”), è per equivoco dalla parte giusta: la presunzione d'innocenza. E lui, che avrebbe dovuto presentare Anarchia. Il ritorno del pensiero selvaggio (Raffaello Cortina Editore), si ritira promettendo di evitare «ogni disturbo derivante dalla mia sola esistenza»: a dispetto del selvaggio, dell'anarchia, della filosofia. E vabbè. Che dire se non che anche noi, come Valerio, siamo garantisti? Che anche noi, ovviamente, difendiamo Caffo. E che per di più, in quanto garantisti, prima di dare a qualcuno del libero pensatore e a qualcun altro del filosofo, trepidanti ma fiduciosi attendiamo le prove.
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