Legambiente: “Giù le mani dalle spiagge libere, l’ordine pubblico non sia una scusa per privatizzare”

  • Postato il 20 agosto 2025
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  • Di Genova24
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Genova. “Sembra incredibile che mentre i numeri dimostrano che l’Italia è uno degli stati europei con meno spiagge libere e la Liguria la regione italiana con meno spiagge libere, da parte di alcuni sindaci ci si lamenti per i problemi che creerebbero quelle poche spiagge e si proponga di ridurle ulteriormente affermando che la spiaggia libera è meno sicura e quindi sarebbe meglio renderla libera attrezzata”.

Una “situazione inaccettabile” secondo il presidente di Legambiente Liguria Stefano Bigliazzi che torna sul tema spiagge libere dopo l’incontro di approfondimento che si è svolto nelle scorse settimane a bordo di Goletta Verde e dopo le proposte di diversi sindaci di comuni in provincia di Savona (ad esempio Alassio) di far diventare le spiagge libere in libere attrezzate per questioni di ordine pubblico.

Dal Report Spiagge di Legambiente 2024 si evidenzia come in Liguria circa il 70% delle coste sia occupato da stabilimenti balneari, campeggi o complessi turistici, lasciando solo il 22% di spiagge libere e un 8% di spiagge libere attrezzate. Un dato che non stupisce, secondo Legambiente, visto che su 63 comuni costieri, 21 non rispettano la soglia minima del 40% di spiagge libere o libere attrezzate prevista dalla legge regionale ligure del 2008: “Di fatto un bene pubblico in mano ai privati”.

“Con questa situazione disastrosa ci aspetteremmo che sindaci e amministratori si mettessero subito al lavoro per fare bandi nel rispetto delle quote di legge, con canoni più elevati di quelli attuali. Invece la richiesta è privatizzare ancora un po’ di spiagge e prendere pure del denaro per questa scelta. Non possiamo che essere contrari – continua Bigliazzi – ed insistere nella richiesta di rispettare la legalità ed il diritto di ognuno di fare un tuffo in mare senza pagare per godersi la natura, come non si paga per fare una camminata in montagna o una passeggiata in un parco”.

Estremamente critico è anche Stefano Salvetti, referente nazionale Adiconsum e referente Mare Libero Liguria, secondo cui la questione dell’ordine pubblico da far rispettare non deve diventare una scusa per privatizzare ancora le spiagge: “L’ordine pubblico va mantenuto nelle spiagge, così come per strada, nei parchi o allo stadio. La scusa dell’ordine pubblico non deve diventare occasione per porre divieti o ulteriori limitazioni ai diritti dei cittadini. In Francia, Spagna, Grecia la quota di spiaggia libera arriva all’80%: tutte libere, pulite e controllate”.

“La soluzione – suggeriscono Bigliazzi e Salvetti – sarebbe quella di far pagare ai concessionari degli stabilimenti canoni rapportati ai loro fatturati e che parte di queste risorse – oggi destinate allo Stato – arrivassero ai comuni e venissero impiegati per la gestione delle spiagge libere”.

Le richieste di Legambiente e Mare Libero sono chiare: almeno 50% di spiagge libere, l’altro 50% a gara per gli eventuali stabilimenti, ma “sarebbe ancora meglio se diventassero spiagge libere attrezzate garantendo così anche un introito per i comuni”. Inoltre, per predisporre queste gare, “i comuni devono chiamare al tavolo anche le associazioni ambientaliste e quelle a tutela dei consumatori”. 

Autore
Genova24

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