L’EDICOLA, Repubblica: “Il giorno della verità”. Il Corriere: “Tregua a Kiev, ore decisive”. Libero: “La piazzata pro-Ue pagata dagli italiani”
- Postato il 18 marzo 2025
- Politica
- Di Blitz
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La principale notizia di oggi in apertura sui quotidiani è quella relativa alla telefonata in programma oggi fra il presidente degli Stati Uniti Trump e quello russo Putin, per cercare di trovare un’intesa per una tregua fra Russia e Ucraina. “Il giorno della verità”, titola Repubblica. “Tregua a Kiev, ore decisive”, è l’apertura del Corriere della Sera. “La piazzata pro-Ue pagata dagli italiani”, è invece la prima pagina di Libero.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Il giorno della verità” (La Repubblica).
“Quell’odio che comanda il mondo”. L’editoriale di Massimo Recalcati: “Non ha come meta solo la sconfitta dell’avversario e il proprio trionfo, ma il suo annientamento, la sua umiliazione, la negazione della sua stessa dignità. Ed è destinato a non avere limiti”.
“Trump: Pace mai così vicina” (La Stampa).
“Tregua a Kiev, ore decisive” (Il Corriere della Sera).
“Una luce (offuscata) sul mondo”. L’editoriale di Antonio Polito: “La richiesta di restituire alla Francia la Statua della libertà, avanzata qualche giorno fa da Raphaël Glucksmann, leader emergente della sinistra liberale transalpina, è evidentemente provocatoria. Ma non manifestamente infondata. È infatti la stessa amministrazione Trump, con atti e dichiarazioni di principio, a darle una sua ragionevolezza”.
Le parole di Papa Francesco in un passaggio di una lettera pubblicata sul Corriere della Sera: “Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità. La guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità”.
“Data center, la domanda di elettricità cresciuta di 40 volte rispetto al 2021” (Il Sole 24 Ore).
“Ucraina, il giorno del giudizio” (Il Giornale).
“Una telefonata per la pace” (Il Messaggero).
“Deterrenza e distensione, le due sinistre”. L’editoriale di Mario Ajello: “Se in questi anni la sinistra non si capiva bene che cosa fosse, e a non capirlo erano anche i dirigenti e molti elettori di questa parte politica, adesso per effetto dell’accelerazione mozzafiato della storia del mondo si è evidenziato con nettezza che le identità della sinistra sono due”.
“Non riattaccare” (Il Manifesto).
“Le armi sono i nuovi vaccini” (La Verità).
“Trump chiama Putin: terre, energie, Crimea” (Il Fatto Quotidiano).
“I veri putiniani”. L’editoriale di Marco Travaglio: “Magari la telefonata Trump-Putin andrà malissimo, il negoziato di Gedda fallirà e la guerra in Ucraina continuerà a oltranza. Ma poniamo il caso che invece si arrivi a una tregua e poi a una pace stabile, fondata su un nuovo ordine mondiale che rispetti le esigenze di sicurezza di tutti e delle rispettive aree d’influenza. Cioè che si torni a rispettare le linee rosse di ciascuno e non solo degli Usa”.
“Se telefonando” (Avvenire).
L’intervista a Romano Prodi: “La tregua ci sarà. È inevitabile. Trump e Putin si sono spinti troppo avanti. Hanno tagliato fuori dal confronto l’Europa che rompe le scatole e ora, escludendo gli altri, hanno obbligato se stessi a portare a casa il risultato. Non possono fallire, non possono tornare alla casella di partenza. Ci saranno trattative complesse. Penso a una tregua perenne che chiude i combattimenti ma rischia di lasciare irrisolte tutte le tensioni. Magari come quella in Corea, dove la provvisorietà dura da 70 anni. La pace è un’altra cosa. È più complicata perché si tratta di definire aspetti complessi. A cominciare dai problemi territoriali”.
“La piazzata pro-Ue pagata dagli italiani” (Libero).
“Il simbolo del declino: il francese che rivuole la Statua della Libertà”. L’editoriale di Mario Sechi: “Le truppe di Adolf Hitler entrarono a Parigi nel giro di poche settimane, in quella che fu definita “la guerra lampo”, ma i francesi sembrano aver dimenticato la storia e si esercitano in queste settimane nell’arte di spararla grossa: prima Macron offre l’arma nucleare agli europei, assicurando che il pulsante sarebbe rimasto a Parigi (sai che sollievo), poi l’europarlamentare Raphaël Glucksmann ha chiesto niente meno che la restituzione della Statua della Libertà”.
“La pace di Trump spaventa l’Ucraina. Putin vuole dare scacco a Zelensky” (Domani).












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