L’EDICOLA, la Repubblica: “La vittoria del campo largo”. Il Fatto: “Due sberle alla destra”. Libero: “Festino di consolazione all’opposizione”
- Postato il 19 novembre 2024
- Politica
- Di Blitz
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Le due vittorie del centrosinistra in Emilia Romagna e in Umbria dominano le prime pagine dei giornali. “Doppia vittoria del centrosinistra” titola il Corriere della Sera. “La vittoria del campo largo” è l’apertura di Repubblica. Il Fatto Quotidiano accenna all’astensionismo: “Due sberle alla destra dalle urne mezze vuote”. Libero ribalta il punto di vista: “Schlein si sente già premier. Festino di consolazione all’opposizione”.
Ecco la rassegna stampa di oggi:
“Doppia vittoria del centrosinistra. Il Pd avanza, arretra la Lega, tiene FdI”. (Il Corriere della Sera)
“Elezioni regionali, è una vera svolta? Vittoria larga in Emilia Romagna, ribaltata l’Umbria dove governava il centrodestra. Il girone di ritorno della legislatura, che comincia il prossimo anno con sei elezioni regionali, Campania, Veneto, Toscana, Puglia, Marche e Valle d’Aosta, si annuncia però anche più difficile per l’opposizione”. (L’editoriale di Antonio Polito, Il Corriere della Sera)
“Se guardiamo a due mesi fa, il centrodestra avrebbe dovuto subire una batosta. Abbiamo perso, gli elettori hanno sempre ragione, e se ne deve prendere atto ma nelle tornate regionali, da quando siamo al governo, abbiamo vinto in 11 regioni e perso in 3. Il centrodestra conferma il suo consenso sul territorio”. (Giovanni Donzelli, Il Corriere della Sera)
“La vittoria del campo largo”. (La Repubblica)
“Gli elettori ci credono, anche quando non ci credono tutti i leader. Il campo largo, progressista, l’unità delle forze di opposizione la realizza l’elettore nell’urna, a dispetto delle liti e della freddezza dei vertici. Che in entrambe le regioni al voto non sono nemmeno riusciti a salire insieme sullo stesso palco”. (L’editoriale di Francesco Bei, La Repubblica)
“Il calo vistoso dei partiti di governo dovrebbe spingerli a interrogarsi sulle politiche sbagliate che stanno portando avanti: la sanità pubblica è diventata la prima preoccupazione dei cittadini a prescindere da ciò che votano”. (Elly Schlein, La Repubblica)
“Rivincita Schlein, avviso a Meloni”. (La Stampa)
“E Conte deve cedere alla leadership di Elly Schlein”. (L’editoriale di Marcello Sorgi, La Stampa)
“L’Ocse: in Italia i medici più anziani, pochi infermieri e stipendi bassi”. (Il Sole 24 Ore)
“La doppietta del centrosinistra”. (Il Messaggero)
“Era impressionante, nei giorni precedenti al voto in Umbria e in Emilia Romagna, girare attraverso le due regioni ed accorgersi che la campagna elettorale praticamente non c’era. Ovvero ci si stava avviando, come altre volte ma più di altre volte, a una contesa nelle urne che fuori dai circoli ristretti delle nomenklature di partito coinvolgevano pochi o pochissimi cittadini”. (L’editoriale di Mario Ajello, Il Messaggero)
“Vincono astensionismo e sinistra”. (Il Giornale)
“Educarne uno. Nasce la fondazione Giulia Cecchettin, il ministro dell’Istruzione Valditara non si presenta ma parla in un video registrato. Disastroso”. (Il Manifesto)
“Non è stato un saluto istituzionale quello che il ministro Valditara ha rivolto ieri alla Camera dei deputati, ma il modo di intestarsi la nascita della Fondazione Giulia Cecchettin, dando il suo parere sulla violenza contro le donne in maniera assai paradossale”. (L’editoriale di Alessandra Pigliaru, Il Manifesto)
“Due sberle alla destra dalle urne mezze vuote”. (Il Fatto Quotidiano)
“Mille giorni fa la Russia invadeva l’Ucraina. Ma la guerra civile fra i governi di Kiev e le popolazioni russofone e russofile nel Sud-Est del Paese dura ormai da oltre 10 anni”. (L’editoriale di Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano)
“La Schlein si mangia i baci perugini”. (La Verità)
“Schlein si sente già premier. Festino di consolazione all’opposizione”. (Libero)
“La sinistra che vince le elezioni regionali in Emilia Romagna e in Umbria è una non notizia. Vincere nella fortezza rossa, dove il comunismo ha cambiato abito di scena ma non è mai morto, per la destra era impossibile; così come era logico per i dem riconquistare il potere dove il Pci e i suoi derivati avevano sempre governato dal 1970 fino al 2019, anno in cui la catena progressista s’era spezzata favorendo una vittoria della destra”. (L’editoriale di Mario Sechi, Libero)
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