L’EDICOLA, Il Corriere: “Alta tensione sui migranti”. Repubblica: “L’Onu accusa Almasri”. La Stampa: “Orrore svedese”

  • Postato il 5 febbraio 2025
  • Politica
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Sono diversi gli argomenti trattati sulle prime pagine di oggi: la questione della liberazione del capo della polizia giudiziaria libica Almasri, sulla quale oggi riferiranno in Parlamento i ministri Piantedosi e Nordio, l’incontro fra il presidente degli Stati Uniti Trump e il primo ministro israeliano Netanyahu e la sparatoria in una scuola in Svezia, in cui sono morte undici persone.

Ecco la rassegna stampa di oggi:

“Alta tensione sui migranti” (Il Corriere della Sera).

“L’Europa disunita alla meta”. L’editoriale di Giuseppe Sarcina. “Tutti i leader dell’Unione europea invocano «l’unità» per affrontare al meglio la doppia offensiva di Donald Trump su dazi e aumento delle spese militari. Ma come si è visto anche nel Consiglio europeo informale di lunedì 3 febbraio, le divisioni tra i 27 Paesi sono ancora profonde. In queste condizioni, l’unità, intesa come allineamento di politiche e di interessi, è fuori portata. Si può lavorare, invece, per raggiungere una difficile sintesi, un faticoso compromesso”.

L’intervista al ministro della Difesa Guido Crosetto. “Vorrei, che ogni potere avesse i suoi compiti e limiti. Non solo un esecutivo rapido, e pronto a decidere, ma un Parlamento non ridotto, come è da troppi anni, a fare il passacarte di decreti legge, bensì un organo “davvero” legislativo e di controllo. Negli Usa, il presidente può decidere su alcune materie, ma è sottoposto all’approvazione del Senato su molte altre. Chi si presenta davanti al Senato Usa — militare o industriale che sia — trema: deve dare testimonianza di verità. Lì c’è davvero la rappresentanza e la forza di un Paese. In Europa, per anni, ci siamo illusi che i nostri temi indirizzassero il mondo”.

L’intervista all’ex presidente del Consiglio Mario Monti. “Il rischio maggiore è che l’Europa prenda paura. Non dobbiamo. Per quanto riguarda l’Europa, Trump sembra incarnare il Caligola dell”oderint dum metuant’: mi odino pure, purché mi temano. Ma non dobbiamo temerlo, perché abbiamo gli strumenti. Non ripetiamo gli errori commessi quando Joe Biden avviò il suo Inflation Reduction Act con i grandi sussidi che conteneva. Non rinunciamo a un mercato unico europeo con un controllo centralizzato degli aiuti di Stato e dell’antitrust. Ed evitiamo di dare alle lobby europee degli industriali troppo potere, al di là delle espressioni legittime dei loro interessi: chiederanno sempre di attenuare le regole di concorrenza. Possiamo invece intensificare i modi di governo che esprimono l’Europa. L’amministrazione Trump sarà costretta a prenderli sul serio”. È bene che la presidente del Consiglio se può parlare parli, ma non deve dare a Trump l’idea che può evitare di parlare con Ursula von der Leyen. Meloni dovrebbe rifiutarsi di fare da sostituto. Se ammettiamo che parlare con Bruxelles diventi facoltativo, per l’Unione europea sarebbe un po’ la fine. Per questo bisogna far leva là dove Bruxelles ha i poteri più diretti ed effettivi”.

“Lavoro, in 20 anni persi 2 milioni di giovani. Raddoppiati gli over 50” (Il Sole 24 Ore).

“L’Onu accusa Almasri” (La Repubblica).

“Difesa europea, più unità e meno spesa”. L’editoriale di Carlo Cottarelli. “Ursula von der Leyen è stata chiara alla conferenza stampa che ha concluso il Consiglio europeo informale di lunedì scorso: la spesa per la difesa nell’Ue deve salire sopra l’attuale livello (1,9% del Pil). Quasi tutti gli Stati Membri sono vicino al 2% richiesto (per ora) dalla Nato, esclusi Italia (1,6%) e pochi altri”.

“Con i migranti facciamo i soldi. L’inchiesta che travolge il Pd” (Il Giornale).

Nordio, nuova piroetta. “Imprecisioni dell’Aia” (Il Fatto Quotidiano).

“Orrore svedese” (La Stampa).

L’intervista al ministro per gli Affari Europei Tommaso Foti. “Trump per l’Europa è un’opportunità, perché ci costringerà a rispondere con altrettanta forza e rapidità. La cosa importante è presentarsi con una politica industriale e commerciale comune”. Alla domanda se debba essere Ursula von der Leyen o Giorgia Meloni a trattare con Trump, Foti risponde: “Penso che ciascuna delle due debba esercitare il proprio ruolo. L’unico errore da non fare – lo dico all’opposizione – è temere che la premier possa svolgerlo, un ruolo”. Sul Pnrr afferma: “Prevediamo una nuova revisione del Piano e la porteremo in Parlamento”. Dovrebbe essere pronta ai primi di marzo, poi le Camere decideranno quando discuterne. Il Pnrr è la somma di due cose: c’è da far avanzare la spesa, ma anche da attuare le riforme, per le quali dopo attente verifiche ci sono state concesse sei rate su dieci. La settima, ora sottoposta alla valutazione della Commissione europea, ha ben 67 obiettivi. Una volta conclusa, avremo altri 18 miliardi. Di qui al 2026 abbiamo da aggiudicarci complessivamente altri 54 miliardi”.

“Il ciclone Trump spazza l’Europa” (La Verità).

“Spese Nato, il piano dell’Italia” (Il Messaggero).

“Perché dividere l’Occidente è un errore”. L’editoriale di Ferdinando Adornato. “Donald Trump e i leader dell’Unione europea hanno di fronte un’enorme responsabilità. Dietro l’annunciata guerra sui dazi, così come nei retroscena sul destino dell’Ucraina, si nasconde infatti un rischio storico: quello di una frattura politico-culturale di ciò che, fino ad oggi, abbiamo chiamato Occidente. Attenzione: non si tratta di un problema nato oggi”.

“Soldi e migranti, che circo il Pd” (Libero).

“Rappresaglia cinese sui dazi Usa. Nel mirino petrolio, gas e Google” (Domani).

“Melina” (Il Manifesto).

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