C’è un dato della nostra economia che deve far riflettere la politica italiana: nel primo trimestre del 2025, il debito al consumo è cresciuto a 171 miliardi. Il che significa, in parole povere, che molta gente per non morir di fame si indebita. Non solo per comprare quotidianamente l’indispensabile, ma anche perchè in ogni famiglia ci sono delle priorità che non possono essere rimandate.
La realtà evidenzia che l’inflazione galoppa, il carrello della spesa è sempre più caro per cui arrivare alla fine del mese diventa spesso un problema. Purtroppo, invece, chi dovrebbe impegnarsi per evitare che simili problemi dilaghino e diventino (si o no) irreversibili è impegnato in tutt’altre faccende. In Italia l’arte della baruffa la fa da padrone. Non salta mai un giorno, è precisa come una volta lo erano gli orologi svizzeri. Ragione per cui, anche se non ci sono ragioni valide per litigare e dividersi si va alla disperata ricerca di una pagliuzza che possa poi provocare l’incendio.
Certo, non si arriva come negli Stati Uniti a creare un partito per combattere i rivali. Questo lo può fare soltanto uno stramiliardario come Elon Musk, il quale non avendo più le stesse idee di Donald Trump, prima si serve di un sondaggio (rivolto a più di un milione di persone), poi decide di fondare un nuovo partito, l’America party, che ha come primo obiettivo quello di restituire la libertà ai cittadini.
Per fortuna, dovremo sostenere, che nel nostro Paese non si arriva a questo grado di follia soprattutto per mancanza di materia prima (leggi danaro), poi anche perché la prudenza e il buon senso di cui siamo dotati ci spingono in altre direzioni.
Ignorando l’economia
L’economia avverte, crisi peggiora ma Schlein, Conte, Landini pensano a Palazzo Chigi, Schlein canta “Bella ciao” al Pride di Budapest (foto da video) – Blitz quotidiano.it
Questo non vuol dire che non ci siano uomini o donne che puntino in alto. Eccome, se ce ne sono. La battaglia ha già avuto inizio malgrado la data delle delle elezioni sia ancora lontana: il 2027. Chi mira alla poltrona di Palazzo Chigi (Giorgia Meloni a parte) è un’altra signora che deve il suo ingresso in politica non al vertice del Pd, ma a quei militanti che con via del Nazareno hanno poco da spartire.
Però, siccome l’appetito vien mangiando ora Elly Schlein ci crede a quel traguardo. I suoi nemici più spietati non sono gli avversari della destra, ma i compagni che hanno la sua stessa tessera. I cosiddetti riformisti che l’accusano di aver portato i dem troppo a sinistra e di non dialogare più con la gente di periferia che rappresentava una volta la spina dorsale dell’ex Partito comunista. Ora, l’attuale maggioranza è riuscita a raggiungere un traguardo insperato: aver strappato quegli elettori alla forza politica che un tempo non aveva rivali in quel territorio.
A quel prestigioso incarico che è oggi della Meloni aspirano naturalmente altri personaggi. Giuseppe Conte, ad esempio, che dopo essere stato pugnalato alle spalle quando era presidente del consiglio, non vede l’ora di vendicarsi e di riprendersi ciò che gli era stato tolto. La Schlein e lo stesso avvocato del popolo non hanno però fatto i conti (ma forse li hanno fatti) con un nuovo-vecchio aspirante di Palazzo Chigi: il segretario della CGIL, cioè Maurizio Landini che presto dovrà lasciare per legge quella poltrona.
Landini in campo
È chiaro che un uomo di prestigio come lo è lui, non può finire nel dimenticatoio. Perchè non tentare la scalata e riuscire a battere la ultrapotente Meloni? Potrebbe dimettersi dal sindacato un anno prima ed avere dalla sua tutte quelle migliaia di iscritti che ancora credono nella vecchia Confederazione del lavoro.
Così si combatte in Italia, mentre le due vere guerre continuano a seminare morte. Tutti invocano la pace a parole, ma nei fatti? Nella striscia di Gaza e in Ucraina, le armi continuano a farla da padrone: ogni giorno le vittime sono tante per le bombe che piovono dal cielo e per i missili che raggiungono pure Tel Aviv.
Che cosa fare? Le iniziative sono tante: si studia la notte per presentarle dodici ore dopo. Oltre che a destra e sinistra ci si muove, eccome, pure al centro. L’ultima trovata è dell’imprevedibile Matteo Renzi che non sa più che cosa fare per strappare un titolo sui giornali. Eccola la nuova idea vincente: la creazione di una tenda riformista. C’è un unico obbiettivo che fa nascere dei dubbi all’ex presidente del consiglio: una tenda per quattro o sei posti? I votanti di Italia Viva si interrogano.