LeBron James, il corpo ha preso la sua… “decision”: la sciatalgia gli farà saltare la prima opening night dopo 22 anni!
- Postato il 10 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Poteva annunciare questo, LeBron James, anziché farsi convincere a escogitare una rivedibile trovata pubblicitaria per promuovere l’etichetta del cognac con il suo nome: la vera “decision” di inizio stagione è infatti quella comunicata dall’insider Shams Charania nella notte italiana, con la quale ha fatto sapere che a causa della sciatalgia il numero 23 dei Lakers non scenderà in campo prima di novembre inoltrato. Un infortunio a suo modo “storico”: dopo 22 opening night consecutive, LeBron salterà la prima partita della stagione per la prima volta in carriera.
- La sciatalgia obbliga il Re a stare buono per 3-4 settimane
- Una settimana nata male e finita peggio (pure con una denuncia)
- Doncic prende le chiavi della macchina Lakers (in anticipo)
La sciatalgia obbliga il Re a stare buono per 3-4 settimane
Quella sera i Lakers affronteranno i Golden State Warriors, ma l’attesissimo confronto tra veterani che avrebbe dovuto mettere l’uno di fronte all’altro James e Steph Curry non vedrà la luce. E dire che l’NBA si era impegnata a fondo per garantire un inizio col botto: nonostante le quasi 41 primavere di LeBron e le 37 di Curry, Lakers-Warriors era quanto di meglio gli appassionato avrebbero potuto ricevere in dono nel giorno in cui i palazzetti d’oltreoceano tornavano a riempirsi.
A frenare James, una fastidiosa sciatalgia lungo il lato destro del corpo: le continue assenze nei primi test stagionali avevano cominciato a insospettire più di un addetto ai lavori, che evidentemente non dava troppo credito all’ipotesi che LeBron stesse pensando unicamente a riposare per preservare il fisico per i primi appuntamenti ufficiali (i Lakers debutteranno nella notte italiana tra martedì 21 e mercoledì 22 ottobre).
Una striscia aperta il 29 ottobre 2003, quando James fece il suo esordio nella lega con la maglia dei Cleveland Cavaliers segnando 25 punti nella sfida (persa) contro i Kings.
Una settimana nata male e finita peggio (pure con una denuncia)
Se proprio si volesse essere pignoli, la striscia potrebbe anche proseguire qualora contro i Warriors i Lakers decidessero di schierare Bronny, il figlio primogenito di LeBron, che resta aggregato alla prima squadra in questa fase di inizio stagione (probabile che poi, come avvenuto lo scorso anno, scenderà in G-League).
Per James si completa una settimana decisamente infruttuosa: l’hype generata dall’annuncio della cosiddetta “Second Decision”, che avrebbe dovuto fare il verso a quella del 2010 (lo show in TV su Espn col quale comunico di volersi trasferire ai Miami Heat, una scelta mediatica che ne ha segnato negativamente l’intera carriera) e che per molti rappresentava l’occasione per annunciare il ritiro, si è rivelata un boomerang, con tanti appassionati che si sono detti offesi per la trovata pubblicitaria.
Uno di questi è andato persino oltre: dal momento che le speculazioni sul possibile annuncio di ritiro dall’attività di LeBron hanno fatto lievitare i prezzi dei biglietti delle gare dei Lakers, ecco che un tifoso lo ha denunciato per aver contribuito a “gonfiare” il costo d’ingresso alle gare della franchigia californiana in modo scorretto. Di questa faccenda se ne occuperanno gli avvocati, ma della sciatalgia se ne dovrà prendere cura direttamente James.
Doncic prende le chiavi della macchina Lakers (in anticipo)
E i Lakers? JJ Redick, poche ore dopo aver definito “idioti” coloro che avevano creduto all’ipotesi che LeBron avrebbe annunciato il suo ritiro, si ritrova adesso senza una pedina chiave nel suo scacchiere.
Questo significa una sola cosa: più poteri a Luka Doncic, che diventerà per qualche settimana almeno il leader incontrastato della formazione losangelina. Doncic che è stato pubblicamente elogiato da James per essersi presentato tirato a lucido al training camp, dopo un’estate passata a lavorare intensamente sul proprio corpo.
Doncic rappresenta il futuro dei Lakers, la pedina attorno la quale costruire una nuova dinastia. Queste prime settimane di stagione serviranno a far capire meglio a Redick cosa manchi realmente a questa squadra. Tanto LeBron è comunque un progetto a termine: a lui non piace essere considerato un peso, o comunque non più la pietra angolare, ma padre tempo sta cominciando a presentare il conto. E l’assenza all’opening night potrebbe diventare presto la regola.