Le voci dal palazzo, Meloni: “Costruire pace”. Tajani: “Il rischio è che si allarghi la guerra”. Conte: “Altro che corsa al riarmo, qui crollano i salari”. Furfaro (Pd): “C’è un’Italia che la premier finge di non vedere”
- Postato il 17 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Nel palazzaccio della politica si parla della guerra tra Iran e Israele e dell’ultimo rapporto della Caritas (che ha segnalato il 23,5% delle persone assistite ha un lavoro). “Costruire pace, stabilità e crescita. Per un Occidente più forte. Insieme” dice la premier Giorgia Meloni al vertice del G7 in Canada. “Il rischio che la guerra si allarghi ad altre aree, ad altri Paesi del Medio Oriente non si può escludere” avverte il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Intanto in Italia le opposizioni attaccano il governo. “Altro che ripresa – tuona il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli – l’Italia affonda nelle disuguaglianze, mentre la Presidente del Consiglio continua a inscenare una narrazione trionfalistica del tutto scollegata dalla realtà”.
Ecco le voci dal palazzo della politica:
“Costruire pace, stabilità e crescita. Per un Occidente più forte. Insieme”. (Giorgia Meloni)
“La preoccupazione è alta. Certo non siamo alla vigilia di uno scontro mondiale generalizzato, ma il rischio che la guerra si allarghi ad altre aree, ad altri Paesi del Medio Oriente non si può escludere”. (Antonio Tajani, Il Corriere della Sera)
“La figura di Putin come mediatore nella crisi israelo-iraniana un po’ mi fa sorridere, ma è un sorriso amaro. Io credo, e lo dico anche all’amico Salvini, che a rincorrere sempre Trump non si va sa nessuna parte. Noi dobbiamo avere una posizione netta e chiara ed è evidente che Putin in questo momento deve dimostrare, più che fare la mediazione con altri Paesi, di dover fare veramente la pace seria e giusta nei confronti dell’Ucraina”. (Maurizio Lupi, Noi Moderati)
“Il rapporto della Caritas fa vedere come più del 23% delle persone che assistono lavora. Quindi vuol dire che chi lavora è povero, rischia di essere comunque povero in Italia”. (Elly Schlein)
“Davanti al crollo dei salari reali, all’aumento del carrello della spesa, al record di indigenti e a un numero crescente di lavoratori poveri (il 23,5% di coloro che sono stati assistiti dalla Caritas ha un impiego), il Governo ha cancellato l’unica misura universale di contrasto alla povertà che l’Italia abbia mai avuto per fare cassa. Non contento, il Governo ha detto ripetutamente no al salario minimo. Altro che la folle corsa al riarmo!” (Giuseppe Conte)
“Altro che ripresa: l’Italia affonda nelle disuguaglianze, mentre la Presidente del Consiglio continua a inscenare una narrazione trionfalistica del tutto scollegata dalla realtà”. (Angelo Bonelli)
“Davanti ai numeri del rapporto Caritas, diffusi oggi, c’è solo una cosa da fare: ripristinare subito il Reddito di cittadinanza”. (Dario Carotenuto, Movimento 5 Stelle)
“Il rapporto della Caritas sulla povertà ci consegna un’immagine nitida, quasi brutale, di cosa significhi oggi il lavoro povero in Italia. Non si tratta più di una condizione marginale: è diventata una vera e propria emergenza sociale che colpisce il cuore del mondo del lavoro”. (Marco Sarracino, Partito Democratico)
“Giorgia Meloni continua a descrivere il Paese dei balocchi dove tutto funziona alla perfezione. Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: milioni di persone fanno fatica ad arrivare a fine mese, rinunciano alle cure mediche, vivono nell’incertezza. Questo Governo come pensa di aiutarle?” (Alessandro Zan, Partito Democratico)
“Meloni dovrebbe avere il pudore di non sbandierare ai quattro venti il dato sull’occupazione, perché un Paese in cui ci si può impoverire pur lavorando è un Paese non governato o governato molto male”. (Daniela Ruffino, Azione)
“C’è un’Italia che Giorgia Meloni non vede o finge di non vedere. Perché ogni giorno, chiusa nel Palazzo, racconta un Paese che non esiste. Dove va tutto bene, dove l’economia vola, dove le famiglie stanno meglio, dove i fondi per la sanità aumentano. Ma la realtà è un’altra: basta aprire gli occhi o entrare in una sede della Caritas per accorgersene”. (Marco Furfaro, Partito Democratico)
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