Le valute asiatiche continuano a rafforzarsi su quella Usa. “Potrebbe essere un inizio di de-dollarizzazione”
- Postato il 6 maggio 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Gli ultimi giorni sui mercati valutaria sono stati caratterizzati da un forte rafforzamento delle valute asiatiche sul dollaro statunitense. In sole 48 ore, il dollaro di Taiwan si è apprezzato di oltre il 6%, amplificando una tendenza in atto da settimane. Nell’ultimo mese il progresso è stato del 10% per la moneta di Taiwan, del 6,4% per il won sudcoreano, del 5,2% per il bath thailandese e del 4,6% per il dollaro di Singapore.
Gli analisti interpretano questi movimenti come un segnale del fatto che i paesi asiatici stanno smettendo di investire il loro denaro in asset statunitensi. E qualcuno si spinge fino a parlare di un inizio di “de – dollarizzazione”. Se si compra un titolo di stato Usa o l’azione di un’azienda americana è necessario pagarli in dollari statunitensi, quindi bisogna cambiare la propria valuta con biglietti verdi, aumentandone la domanda e spingendone il valore. Ora questo processo, che ha caratterizzato gli ultimi tre decenni, si è imballato.
“Dalla crisi asiatica del 1997, i risparmi asiatici sono stati ingenti, e hanno anche avuto la tendenza a essere reinvestiti in titoli del Tesoro statunitensi. Ora, all’improvviso, questo scambio non sembra più la soluzione unidirezionale che era stata per così tanto tempo”, ha affermato Louis-Vincent Gave, socio fondatore di Gavekal Research, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters. Gave ha definito questa situazione una “crisi asiatica al contrario”.
I dazi della Casa Bianca hanno fatto vacillare la fiducia nei confronti del dollaro statunitense, riducendo sensibilmente il flusso di denaro verso la valuta Usa. “Le politiche di Trump hanno indebolito la fiducia del mercato nell’andamento degli asset denominati in dollari statunitensi”, ha affermato Gary Ng, economista senior di Natixis.
Le riserve di dollari più grandi dell’Asia si trovano in Cina, Taiwan, Corea del Sud e Singapore. Nella sola Cina, i depositi in valuta estera presso le banche (per lo più dollari) ammontano a 960 miliardi di dollari. A ciò si aggiungono investimenti in azioni e obbligazioni statunitensi da parte di fondi pensione e assicurativi.
Ci sono segnali che la visione del dollaro stia cambiando ovunque. La banca statunitense Goldman Sachs ha scritto che gli investitori sono passati da posizioni corte sullo yuan a posizioni lunghe, o in altre parole, stanno vendendo allo scoperto il dollaro Usa in previsione di un’ulteriore debolezza.
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