“Le piattaforme di psicologia online spiano i propri utenti”: l’inchiesta “Tracciamenti” finalista al premio Morrione
- Postato il 11 gennaio 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Le piattaforme di psicologia online spiano i propri utenti mentre fanno le sedute di terapia. Questa scoperta emerge dall’inchiesta “Tracciamenti”, una delle quattro finaliste del Premio di giornalismo investigativo Roberto Morrione 2024, realizzata da Francesca Cicculli, Edoardo Anziano e Roberta Lancellotti. I giornalisti, tramite l’uso di strumenti di analisi, hanno dimostrato che le aziende di telepsicologia monitorano continuamente le attività dei pazienti, raccogliendo dati sensibili per scopi pubblicitari. L’inchiesta ha fatto emergere che piattaforme come Serenis e Unobravo non solo tracciano le informazioni dei pazienti durante la compilazione dei questionari iniziali, ma continuano a raccogliere dati durante le sessioni di terapia. Il tutto avviene attraverso l’uso di cookie di terze parti, strumenti che, come spiega Claudio Agosti di Hermes Centre, assegnano un codice identificatore unico agli utenti, rendendo possibile la creazione di profili dettagliati.
Ma cosa accade con questi dati? Stefano Rossetti, avvocato del gruppo NYOB, descrive nella videoinchiesta un sistema in cui le informazioni raccolte vengono processate da data broker, che le rivendono agli inserzionisti. Questo crea un rischio tangibile: “Un datore di lavoro che acquista questi dati potrebbe decidere di escludere candidati che frequentano siti di assistenza psicologica”, avverte Rossetti, sollevando delle preoccupazioni su una potenziale discriminazione basata su dati raccolti. Gli utenti, spesso ignari, accettano i termini di servizio senza leggere le lunghe informative sulla privacy. Il consenso, sottolinea Rossetti, è quindi di fatto “non informato”. Il problema, secondo Rossetti, non è il trattamento dei dati in sé, ma il loro utilizzo per fini commerciali non dichiarati.
Danila De Stefano, CEO di Unobravo, ha difeso la propria azienda sostenendo che i dati raccolti sono anonimi. Ma Agosti, hacker etico di Hermes Centre, avverte che questi identificatori unici possono acquisire valore poiché utilizzati continuamente. Durante le sessioni di terapia le piattaforme trasmettono anche informazioni a colossi tecnologici come Facebook, Google, Microsoft, LinkedIn e TikTok. Edoardo Anziano, uno dei giornalisti dell’inchiesta, ha spiegato a Scomodo che la necessità di maggiore trasparenza e regolamentazione emerge come tema cruciale. L’auspicio è che anche gli stessi utenti oppure associazioni che si occupano di tutela della privacy dei consumatori “in massa possano iniziare delle proprie campagne per chiedere formalmente che questo tipo di tracciamento non venga effettuato nel caso in cui non sia strettamente necessario”, dice Anziano.
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