Una sanità al femminile che, però, parla ancora al maschile
Se da una parte la crescente caratterizzazione femminile appare in linea con una tendenza mondiale in campo sanitario (75% di dipendenti femminili secondo il Global gender gap report 2021) nonché in continuità con un ruolo di cura che storicamente ha sempre avuto un’impronta prevalentemente di genere, dall’altra non corrisponde al ‘percepito’ di un sistema sanitario in cui le voci che lo raccontano, lo rappresentano e lo progettano appaiono ancora, nella grande maggioranza dei casi, maschili.
Il soffitto di cristallo che permane nelle funzioni apicali
Una divergenza che trova riscontro in un dato reale, in quanto a quelle percentuali non corrisponde un’equa distribuzione delle donne nelle posizioni apicali: seppur nell’ambito di una tendenza al costante incremento, la presenza femminile si riduce drasticamente per le funzioni di più alto livello. Sempre le ultime rilevazioni ministeriali disponibili attestano, ad esempio, come ancora negli ospedali l’80% degli incarichi dirigenziali sia ricoperto da uomini e come la percentuale di donne medico a capo di una struttura sia di gran lunga inferiore a quella degli uomini, soltanto l’8,3% contro il 20,6%.
Eppur si muove… La continua crescita (e importanza) delle donne nella sanità nazionale
Una situazione, questa, che trova sostanziale conferma per le funzioni di direttore generale (24% di donne), direttore amministrativo (42%), direttore sanitario (32,8%). Tuttavia, va precisato una volta di più, come essa si inserisca nell’ambito di un trend al rialzo che, anche per i ruoli dirigenziali e apicali, vede un progressivo avvicinamento delle due componenti di genere del personale del Servizio Sanitario Nazionale. Un dato significativo, in questo senso, è quello generale riferito alla percentuale di dirigenti medici, in cui la rappresentanza femminile è passata dal 38,4% del 2010 al 51,3% del 2021.
La scommessa di un podcast capace di emozionare e ispirare
Curato da Chiara Peterlini e Anna Carbo, ogni puntata del podcast prodotto da Servizi Italia e Coopservice è dedicata a una professionista, alla sua storia e a una parola che rappresenta il suo percorso personale e professionale. “Perché – spiega Chiara Paterlini di Servizi Italia – le storie hanno il potere di ispirarci, di avvicinarci e di farci sentire parte di qualcosa di più grande”. E perché questo strumento? “Perché in questi ultimi anni i podcast sono diventati parte della nostra quotidianità, dimostrandosi uno strumento molto utile e coinvolgente per raccontare storie e approfondire argomenti di attualità: i podcast arrivano dritti al cuore di chi li ascolta, facendoci entrare nelle vite di chi racconta”.
Si parte da una parola per raccontare una storia e una professionista
Nel primo episodio, con protagonista Giusi Piccinno, Disaster Manager dell’Ospedale Careggi di Firenze, si parla di ‘tenacia’ intesa come la capacità di anticipare i problemi e immaginare soluzioni efficaci prima che si presentino: è ascoltabile a partire dall’8 marzo sulla piattaforma Spotify, mentre nei mesi seguenti il podcast proporrà un nuovo episodio ogni due settimane. Tra le protagoniste delle successive puntate: l’ideatrice del Codice Rosa, un’elicotterista del 118, una chirurga, una palliativista, una ostetrica, una psichiatra, una direttrice generale, senza dimenticare però le professioniste che coordinano i servizi di cleaning, lavanolo e sterilizzazione, servizi fondamentali per le strutture sanitarie. Sempre partendo da una domanda apparentemente semplice: “Qual è la parola che ti rappresenta?”.