Le opere del grande artista Marcel Broodthaers in asta da Phillips a Londra per la prima volta

  • Postato il 20 settembre 2024
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Arrivano dalla collezione di Jost e Barbara Herbig le tre opere di Marcel Broodthaers (1924-1976) che la casa Phillips offrirà in asta a Londra per la prima volta il prossimo ottobre, durante la settimana di Frieze London. E per il 2025 ci sono già all’orizzonte altre vendite di lotti dell’artista concettuale dalla stessa raccolta, messa insieme dagli Herbig in decenni di passione e condivisione e amicizia con Broodthaers.

Marcel Broodthaers, Die Welt, 1973. Courtesy Phillips
Marcel Broodthaers, Die Welt, 1973. Courtesy Phillips

Marcel Broodthaers al debutto in asta da Phillips

In catalogo per questa tornata autunnale di Modern & Contemporary Art il 10 e 11 ottobre 2024 saranno intanto protagoniste delle aste londinesi di Phillips tre opere dell’artista belga piuttosto rare da vedere agli incanti: Die Welt (1973), stimata £150.000-200.000; Académie I, Académie II (1968), con una stima di £30.000-50.000 e Carte politique du monde (circa 1970), stimata £15.000-20.000. Faranno poi seguito, l’anno venturo, altri disegni, collage, film, installazioni, stampe e placche di Marcel Broodthaers, tutti custoditi da molti anni nella collezione Herbig, tra cui si annunciano già Éloge du sujet (1974) e Le corbeau et le renard (1967) e film come La pluie (1969) e Rendez-vous mit Jacques Offenbach (1972).

Negli ultimi sessant’anni, la Collezione Herbig è stata guidata dalla missione di raccogliere opere di pionieri e innovatori del loro tempo, con una particolare attenzione per l’arte minimalista, concettuale e d’avanguardia degli Anni ’60, ’70 e ’80”, ha commentato Tobias Sirtl, specialista di Phillips per l’Arte Moderna e Contemporanea: “Jost e Barbara Herbig si sono dedicati a questa collezione con grande cura e orgoglio, soprattutto nell’acquisizione dei lavori di Marcel Broodthaers, che era loro intimo amico”.

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Marcel Broodthaers, Académie I, Académie II, 1968. Courtesy Phillips

La Collezione Herbig: una storia d’arte e di amicizia

La collezione dello scienziato Jost Herbig e della moglie Barbara, designer di gioielli, avviata alla metà degli Anni ’60 e celebre per la qualità museale di molte delle sue opere e la presenza di alcuni degli artisti più ricercati, da Bruce Nauman a Gerard Richter, è stata portata avanti per decadi, anche in stretto contatto con Marcel Broodthaers. I coniugi Herbig incontrarono, infatti, l’artista a Düsseldorf negli Anni ’70 e ne divennero subito amici strettissimi, tanto che fu lo stesso Broodthaers, da allora, a selezionare personalmente le opere per la collezione. “Con la sua perspicace, sottile ironia era una presenza affascinante”, ha ricordato Barbara Herbig dell’artista belga e del tempo trascorso con lui e con la moglie, la fotografa Maria Gilissen, “pieno di calore e creatività”.

Phillips Release - The Herbig Collection - October 2024
Phillips Release – The Herbig Collection – October 2024

I collezionisti Jost e Barbara Herbig e l’amicizia con Marcel Broodthaers

Un’amicizia, quella tra i coniugi Herbig e Marcel Broodthaers, che rimase intatta nel tempo, da quel primo incontro fino alla morte prematura dell’artista nel 1976, e scandita anche dall’acquisizione di molte sue opere. Anche quando nel 1998, a quattro anni dalla morte di Jost Herbig, la maggior parte della raccolta passò e fu venduta in asta, le opere di Broodthaers restarono alla famiglia, che preferì piuttosto concederne alcune in prestiti a lungo termine a istituzioni, come il MACBA di Barcellona.

Scrittore, poeta, prima che artista visivo, Marcel Broodthaers ha sempre esplorato le complesse relazioni tra immagine, parola e oggetto. Utilizzando la poesia e la scrittura, la scultura e la pittura, il cinema e l’installazione, l’artista belga lavorò con ironia e intelligenza anche sul disvelamento delle istituzioni artistiche – indimenticabile il suo Musée d’Arte Moderne, Département des Aigles – e delle loro dinamiche, non tralasciando di indagare anche i meccanismi economici a quelle sottostanti.

Giulia Bianco

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Autore
Artribune

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