“Le mie parole non fermeranno la violenza del giudizio delle persone, ma ognuno deve essere libero di vivere come vuole”: Marco Mengoni risponde alle critiche

  • Postato il 28 giugno 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Felice, concentrato, ma anche sicuro delle sue idee e del concerto spettacolare che ha messo in scena giovedì 26 giugno allo Stadio Diego Armando Maradona a Napoli. Abbiamo incontrato Marco Mengoni appena spente le luci dei riflettori.

“In questo spettacolo c’è molto di me e di quello che succede, della storia, della nostra società e di come sia possibile una ricostruzione dalle macerie a una città di cristallo. – ha spiegato l’artista -. Non so tutto questo dove mi porterà, come persona dopo tutto quello che ho vissuto nell’ultimo anno che è stato molto difficile. E, a questo punto, non so dove ci porterà la nostra società dato che si è costruita in una città fragile, molto bella ma solo apparentemente. Non abbiamo studiato la storia o ci siamo affidati troppo al vento che cambia”.

E ancora: “Questa società non presta e che ci siano dei problemi, non lo deve dire il mio spettacolo, basta accendere un attimo la radio, la televisione o leggere due righe di un giornale per capire che comunque c’è qualcosa che non va. C’è un qualcosa di malsano proprio, di assurdo che non sta funzionando. Evidentemente sono emerse delle lacune, delle fragilità che sono più grandi di quelle che ci aspettavamo. Questa mia opera parla di questo percorso e riflette su tantissimi punti che parlano della mia emotività, della mia fragilità, del non avere più paura di niente perché avevo perso la cosa più importante della mia vita”.

Noi di FqMagazine abbiamo chiesto se avrebbe mai immaginato un giorno che il look, l’abito e alcuni momenti dello show sarebbero stati criticati sui social, come è accaduto specie dopo l’anteprima a Lignano: “Le mie parole sicuramente non fermeranno la violenza del giudizio delle persone, però è importante far passare che le persone hanno tutto il diritto e dovere di vivere la propria vita come vogliono e dovremmo fottercene di tutto il resto. Indosso e mi metto quello che mi fa stare bene, punto. E non ci sono dietrologie. Mi piaccio proprio così, punto. E tutti dovrebbero poter fare la stessa cosa. Ci sono tantissimi messaggi all’interno di questo concerto. Non era prevista questa ondata di critiche? Sono contento che ci sia e che ci sia anche dibattito su questo perché esistono molte persone che magari si sentono in difficoltà nel doversi esprimere e si chiudono all”interno di canoni prestabili da chi? Non lo so, ma non ci deve interessare. Le persone devono sentirsi libere perché, ripeto, ho avuto la riprova dopo 37 anni di vita, quasi, che la vita è una sola e non so se ce n’è un’altra. Quindi se non sono me stesso adesso, forse non lo potrò essere mai più. Poi se c’è un ‘altra io la vivrò allo stesso modo, però intanto lo dico a tutti, senza paura perché poi dopo si innescano dei meccanismi che ci portano a autoflaggellarci e non c’è assolutamente motivo”.

Ultimo punto riguarda la rincorsa alla stadio da parte anche di giovani artisti. “Ci ho messo tredici anni a fare il mio primo stadio – ha spiegato -. Non me la sono sentita prima, preferisco fare un passetto dopo l’altro. Magari gli altri sono più coraggiosi di me, non saprei”.

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Il Fatto Quotidiano

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