“Le gemelle Kessler hanno avviato la procedura per il suicidio assistito un anno fa”: ecco quanto è costato l’iter burocratico tra assistenza e colloqui

  • Postato il 21 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Fioccano altri dettagli in queste ore sul suicidio assistito attuato dalle gemelle Alice ed Ellen Kessler il 17 novembre. Secondo TMZ, le sorelle hanno scelto di morire insieme con il supporto della DGHS, la società tedesca che si occupa di suicidi assistiti. La portavoce della DGHS, Wega Wetzel, ha rivelato che la tariffa per due persone si assesta sui 6mila euro e comprende supporto medico, legale e tutte le pratiche burocratiche necessarie.

Le sorelle avevano avviato la procedura lo scorso anno e avevano ben chiaro in mente che sarebbero morte lo stesso giorno e nella casa di Grünwald, vicino Monaco. Wega Wetzel ha anche specificato che per avere l’ok definitivo al suicidio assistito bisogna prima passare diversi step come l’iscrizione e sostenere diversi colloqui e verifiche. Secondo l’associazione sono nell’ultimo anno sono 600 i casi di suicidio assistito.

Immediata la reazione della Conferenza episcopale tedesca (Dbk) che ha confermato la propria posizione critica verso questa pratica. “La Conferenza episcopale tedesca generalmente non commenta casi personali. Fondamentale resta la posizione espressa nella dichiarazione del Consiglio permanente del 2021”, ha dichiarato a LaPresse un portavoce della Dbk. Nella dichiarazione del 2021, il Consiglio permanente dei vescovi si era confrontato approfonditamente con il tema del suicidio assistito, dopo la sentenza della Corte costituzionale tedesca del 2020 che ha aperto la strada a una nuova regolamentazione in Germania. Pur riconoscendo il valore dell’autonomia personale, i vescovi hanno sottolineato che questo non può rendere l’assistenza al suicidio un atto eticamente accettabile.

La Dbk ha evidenziato inoltre come molti desideri di morte nascano da paura, solitudine, depressione o situazioni estreme, e non possano quindi essere intesi come decisioni pienamente libere. Per questo, secondo i vescovi, la risposta adeguata non è facilitare l’accesso al suicidio assistito, ma rafforzare le cure palliative, l’accompagnamento psicologico e l’assistenza pastorale.

La Conferenza episcopale ha messo anche in guardia dal rischio di una pressione, anche solo implicita, sui malati o sugli anziani, che potrebbero sentirsi un peso e spinti a scegliere la morte. Al centro della posizione della Chiesa, secondo la dichiarazione dei vescovi tedeschi, rimane l’idea che la vita mantenga sempre la sua dignità, anche “nei momenti più bui”, e l’impegno deve andare nella direzione di garantire ai malati un fine vita umano, assistito e privo di sofferenze evitabili.

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Il Fatto Quotidiano

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