Le condizioni del pontefice aprono già la corsa dei papabili
- Postato il 13 marzo 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 3 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Le condizioni del pontefice aprono già la corsa dei papabili
Nel 12esimo anniversario della sua elezione, viste le condizioni del pontefice si apre la corsa alla successione: ecco i papabili
“Cari fratelli e sorelle, buonasera!”. Queste le prime semplici parole con le quali Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, si presentò la sera del 13 marzo di 12 anni fa ai fedeli accorsi in Piazza San Pietro dopo la fumata bianca.
Il successore di Benedetto XVI scelse di chiamarsi Francesco, come il poverello di Assisi, sottolineando da subito quale sarebbe stata la principale missione del suo pontificato: essere vicino ai più fragili.
Il Papa argentino, venuto “dalla fine del mondo”, portò una ventata di novità e di simpatia con il suo essere spesso fuori dalle righe, refrattario alle formali regole curiali. Scelse la residenza di Santa Marta – “perché mi piace essere a contatto con la gente” – e non i più nobili appartamenti papali.
Un’utilitaria al posto della “numero 1”, la lucida berlina nera finora utilizzata dai suoi predecessori. Aboliti paramenti sfarzosi e croci auree per “una Chiesa povera per i poveri”, come disse Francesco nella sua prima messa da Papa.
Una semplicità disarmante, che lo portò, poche ore dopo l’elezione, ad andare di persona a pagare il conto all’ottico romano che gli aveva riparato gli occhiali.
Un atteggiamento, però, non sempre gradito agli ambienti cattolici più conservatori, che vedono il Papa più come un severo e ieratico custode della ritualità e della dottrina più tradizionale di Santa Romana Chiesa. Francesco oggi trascorre il dodicesimo anniversario della sua elezione al Policlinico Gemelli.
I costanti miglioramenti, confermati dall’ultimo bollettino medico, consentono di nutrire le speranze che torni alla piena attività.
Rimane però l’interrogativo dell’audio, diffuso qualche giorno fa in Piazza San Pietro. 27 secondi che hanno evidenziato le difficoltà del Papa, difficoltà probabilmente croniche in un paziente anziano e permanere anche dopo la fine del ricovero.
Ora, in caso di incapacità ad ottemperare ai suoi impegni, Francesco potrebbe optare per una gestione condivisa della Santa Sede, coadiuvato dal segretario di Stato e dalla Curia, oppure potremmo invece assistere a nuove dimissioni di un Pontefice e quindi all’esigenza di nominare un nuovo vescovo di Roma.
Chi potrebbe essere tra i cardinali il possibile successore?
Il sacro collegio è attualmente composto da un totale di 252 membri, di cui 137 votanti in conclave, in quanto non ancora ottantenni. Di questi ben 109 sono stati nominati da Papa Francesco.
I porporati provengono da tutti i continenti con una prevalenza europea, pari a 53 porporati. Tra loro sarà scelto il 267° Pontefice.
Sono poco più di una decina oggi i papabili che potrebbero ottenere la maggioranza qualificata di 91 voti, pari a due terzi dei votanti, anche se dalla tredicesima votazione si dovesse andare al ballottaggio tra i due più votati.
In pool position il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, più volte incaricato da Francesco in missioni all’estero, in particolare in Ucraina.
Tra gli italiani ci sono anche Matteo Zuppi, presidente dei vescovi e alla guida della arcidiocesi di Bologna, e il francescano Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini e già per diversi anni custode di Terra Santa, particolarmente esperto della complicata realtà mediorientale.
Per cucire buoni rapporti con gli Stati Uniti e soprattutto con la presidenza Trump potrebbero spuntarla gli americani Robert Francis Prevost, agostiniano dell’Illinois, attualmente uomo di curia in qualità di prefetto del Dicastero per i vescovi, oppure l’arcivescovo di New York, Timothy Michael Dolan, o quello di Chicago, Blase Joseph Cupich. Se dovesse prevalere l’attenzione all’oriente, la scelta potrebbe cadere sul cardinale filippino Luis Antonio Tagle, di madre cinese.
Ma a portare la berretta bianca potrebbe essere per la prima volta un africano come il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, cappuccino, arcivescovo di Kinshasa.
Ma ci sono anche gli outsiders: il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest, e il cardinale portoghese di Madeira, José Tolentino de Mendonça, teologo dal forte approccio pastorale e attualmente prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione.
E c’è anche la grande comunità cattolica brasiliana che potrebbe esprimere un Pontefice forte. Ecco, il prossimo Papa, se Francesco fosse impossibilitato a proseguire il suo mandato, potrebbe uscire dal novero di questi nomi, ma anche no, perché, come si dice, chi entra in conclave da Pontefice spesso ne esce da cardinale.
Le sorprese sono all’ordine del giorno.
Il Quotidiano del Sud.
Le condizioni del pontefice aprono già la corsa dei papabili