L’e-commerce Temu arriva a 120 milioni di profitti sul mercato Ue. Ma paga soltanto 18 milioni di tasse
- Postato il 16 ottobre 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
- 3 Visualizzazioni
.png)
Più che raddoppiati i guadagni sul mercato europeo per la piattaforma di e-commerce Temu. Come ha riferito nei giorni scorsi il Guardian, la società cinese di proprietà della PDD Holdings è arrivata nel 2024 a poco meno di 120 milioni di dollari di utile lordo per le sue attività in Unione europea, nonostante l’impiego di soli otto dipendenti. Parliamo di una crescita del 171% rispetto ai 44,1 milioni di dollari dell’anno prima. Il tutto grazie a prezzi molto bassi, cataloghi sterminati di prodotti e pubblicità online particolarmente aggressive. Ma anche le esenzioni fiscali europee sull’importazione di pacchi a basso costo hanno avvantaggiato l’azienda.
La piattaforma di e-commerce, che ha più di 115 milioni di clienti in Europa, ha pagato soltanto 18 milioni di dollari d’imposta sulle società. In questa cifra sono tra l’altro compresi 3 milioni legati a una tassa integrativa obbligatoria che l’Ue aveva introdotto nel 2023. La società ha infatti beneficiato della regola europea che esenta da Iva e tariffe doganali le spedizioni di pacchi sotto i 150 euro.
Nel 2024 sono stati spediti nell’Ue circa 4 miliardi di pacchi di basso valore, quasi tre volte quelli del 2022. E oltre il 91% proveniva dalla Cina, da cui Temu e Shein spediscono la maggior parte delle loro merci. Per questo l’Unione europea dalla fine dello scorso anno sta ragionando su una stretta fiscale per contrastare il crescente flusso di pacchi che arrivano da piattaforme di e-commerce asiatiche, tra cui Temu. Nonostante i rinvii della decisione nel corso dell’estate, dal 2028 dovrebbero essere imposti dazi anche per questa categoria di prodotti. E le regole sono in fase di revisione non solo in Ue. Gli Stati Uniti hanno recentemente eliminato le esenzioni fiscali per le merci importate di valore inferiore agli 800 dollari. E anche in Regno Unito è al vaglio un provvedimento simile.
“Bisogna porsi serie domande sul perché Temu abbia un impatto economico e fiscale così trascurabile nel Regno Unito e in tutta Europa, nonostante le sue enormi vendite”, ha affermato l’amministratore delegato della Fair Tax Foundation Paul Monaghan, come riporta il Guardian. “Un ottimo punto di partenza per i politici sarebbe quello di mantenere una posizione ferma sull‘imposta minima globale e sull’imposta sui servizi digitali – prosegue Monaghan – rivedere le esenzioni dai dazi doganali e rafforzare i requisiti per le multinazionali di pubblicare una ripartizione per paese delle tasse che pagano”.
L'articolo L’e-commerce Temu arriva a 120 milioni di profitti sul mercato Ue. Ma paga soltanto 18 milioni di tasse proviene da Il Fatto Quotidiano.