Le biblioteche più belle di Roma da visitare gratuitamente
- Postato il 10 settembre 2025
- Idee Di Viaggio
- Di SiViaggia.it
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Quando si programma di visitare una città, soprattutto se si tratta della prima volta, ci sono inevitabilmente delle ‘tappe obbligate’. E gli itinerari culturali più battuti, di solito comprendono monumenti, attrazioni, musei, quartieri caratteristici, parchi e giardini, punti panoramici. Luoghi che, senza subbio, meritano di essere visitati per apprezzare storia e abitudini di una comunità. Tuttavia non sono gli unici e tra le destinazioni spesso poco considerate, eppure egualmente prestigiose, vi sono le biblioteche.
Non si tratta, infatti, solo di archivi destinati a conservare libri ma in molti casi sono veri e propri gioielli architettonici, insospettabili scrigni d’arte sparsi per la città. E Roma ospita svariate biblioteche, molte visitabili gratuitamente, nelle quali – tra una pagina l’altra – alzare il naso all’insù permette di apprezzare sale di pregio, trasformando la lettura in un’esperienza artistica a tutto tondo.
Ecco, allora, una piccola selezione di biblioteche a ingresso gratuito per un itinerario fuori dai tracciati più calpestati e, quindi, lontano dalla folla (aspetto che, soprattutto in tempi di Giubileo 2025, è assai gradito). Angoli da scoprire che incarnano lo spirito autentico della capitale intriso di cultura, storia e bellezza. Ognuna delle seguenti biblioteche, con il suo stile architettonico specifico e la sua collezione unica, diventa una stanza del cuore cittadino da visitare con lentezza e rispetto.
La Biblioteca Angelica, la prima biblioteca pubblica del vecchio continente
A pochi passi da Piazza Navona sorge la Biblioteca Angelica, la cui fondazione risale al 1604. A farla erigere fu il vescovo agostiniano Angelo Rocca ed è la più antica biblioteca pubblica d’Europa. Un primato che, senza dubbio, rende quest’istituzione un caposaldo della cultura nel vecchio continente. Progettata da Luigi Vanvitelli nel 1765, la sala monumentale sostituì il disegno di Borromini, accogliendo gli studiosi dal 1786, quando fu completato il catalogo dei volumi.
Intitolata proprio al suo ideatore – erudito e collezionista – fu aperta con un fondo originario di 20.000 volumi donati al convento di Sant’Agostino e arricchiti, nel corso del tempo, da manoscritti e incunaboli di nobili e mecenati.
Fin dalla progettazione iniziale, il vescovo Rocca volle un’istituzione aperta a tutti, dotata di rendite e con un regolamento preciso. Da subito, la Biblioteca attirò studiosi da ogni dove e fu beneficiaria di lasciti prestigiosi come i 3.500 volumi di Lucas Holstenius nel 1661, ricchi di opere geografiche annotate.
Quindi, nel XVIII secolo, l’Angelica fu tra le poche istituzioni culturali autorizzata a conservare libri proibiti, come la raccolta di Enrico Noris. E con l’acquisto del fondo librario appartenuto al cardinale Domenico Passionei, nel 1762, raddoppiò il patrimonio con testi sulla Riforma, manoscritti e incunaboli. Sopravvissuta all’occupazione francese e alla Repubblica Romana del 1849, passò allo Stato italiano nel 1873, sotto il Ministero della Cultura dal 1975.
Come arrivare: è raggiungibile con la Metro A (Spagna); in alternativa si possono prendere i bus 70 e 81.
La Biblioteca Casanatense, un gioiello barocco
La seconda tappa dell’itinerario che vi proponiamo per questo viaggio culturale conduce alla Biblioteca Casanatense, nei pressi del Pantheon. La biblioteca fu fondata nel 1701 dal cardinale Girolamo Casanate e donata ai domenicani di Santa Maria sopra Minerva. Vanta una collezione di 25.000 volumi, tra manoscritti, incunaboli e opere rare che riflettono, nel complesso, l’universalità del sapere barocco. Con testi di teologia, diritto, filosofia, medicina e lingue orientali.
Di particolare pregio è il Salone Monumentale, progettato da Antonio Maria Borioni e ampliato nel 1725l. Lungo 60 metri e con ben 60.000 volumi su scaffalature lignee, è un capolavoro di architettura moderna, visitato da papa Benedetto XIII nel 1729. Passata allo Stato italiano nel 1873, dopo la soppressione delle corporazioni religiose, la Casanatense divenne autonoma nel 1884, separandosi dalla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, direttori come Luigi De Gregori modernizzarono l’intero istituto, con sale lettura dalle vetrate Liberty e una scala d’accesso situata al civico 52 di Via Sant’Ignazio. Oggi, con sale cataloghi e studio, è una biblioteca statale che accoglie studiosi e visitatori.
Come arrivare: è raggiungibile con la Metro A (Spagna); in alternativa si può optare per il bus 70.
La Biblioteca Vallicelliana e il Salone Borromini
La Biblioteca Vallicelliana è ospitata nel complesso barocco dell’Oratorio dei Filippini. Fondata nel 1581, custodisce oltre 130.000 libri antichi e quasi 3.000 manoscritti in latino, greco e orientale tra cui spiccano pregiate rarità come una Bibbia del IX secolo. Cuore della struttura è lo scenografico Salone Borromini progettato da Francesco Borromini nel 1644 presso la Chiesa Nuova. SI tratta di un maestoso spazio rettangolare, ampliato nel 1667 da Camillo Arcucci, che incanta con il soffitto a cassettoni in stucco travertino e la pavimentazione in cotto bicromo.

Le 16 finestre, affacciate su Piazza della Chiesa Nuova, inondano di luce le scaffalature in noce, che ospitano 28.000 volumi dal XVI al XIX secolo. Decorato con tele allegoriche di Romanelli e Baldi, il Salone vanta paraste corinzie, scale a chiocciola nascoste e cartigli dorati che organizzano i testi per materia. L’Opus Architectonicum, redatto da Borromini e Virgilio Spada, ne documenta la storia. Il Salone, restaurato nel 2015-2016, è quindi arricchito da un busto di San Filippo Neri, un rilievo di Cesare Baronio e due globi del XVI secolo.
Come arrivare: è raggiungibile con la Metro A (Spagna) oppure prendendo la linea di bus numero 64.
La Bibliotheca Hertziana, un secolo di arte al Pincio

Sul Pincio, proprio sopra la celebre scalinata di Piazza di Spagna, la Bibliotheca Hertziana, fondata nel 1913 da Henriette Hertz, è una risorsa preziosa per studiosi e appassionati di storia dell’arte italiana. Nata nel 1904 dalla visione cosmopolita della collezionista, che con lo storico Ernst Steinmann plasmò una biblioteca dedicata all’arte romana, si stabilì a Palazzo Zuccari.
Affiliata alla Kaiser-Wilhelm-Gesellschaft nel 1912, fu confiscata durante la Prima Guerra Mondiale e chiusa sotto il nazismo. Riaperta nel 1953 come parte della Società Max Planck, si è consolidata sotto direttori come Wolfgang Lotz, focalizzandosi su architettura e pittura barocca, con studi su Caravaggio e il disegno architettonico. Nel 2013, il nuovo edificio, progettato da Juan Navarro Baldeweg, ha celebrato un secolo di ricerca, inaugurato alla presenza di autorità tedesche e italiane. Oggi, la Hertziana è un centro di eccellenza, con una biblioteca che custodisce testi rari e un’attenzione alla pittura bolognese e romana.
Come arrivare: è raggiungibile sia con la Metro A (Spagna) sia con il bus 117.
La Biblioteca Nazionale Centrale, un tempio di cultura
Inaugurata il 14 marzo 1876 e aperta al pubblico il 1° aprile, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, intitolata a Vittorio Emanuele II, è la più grande d’Italia. Nata per documentare la cultura italiana, raccolse i fondi della Biblioteca Major dei Gesuiti e di 69 biblioteche conventuali, confiscate nel 1873. Inizialmente ospitata nel cinquecentesco Collegio Romano, progettato da Giuseppe Valeriano, l’edificio si rivelò presto inadeguato per il crescente numero di volumi. Così, nel 1975, fu concepita una nuova sede al Castro Pretorio, firmata da Mario Castellazzi, Tullio Dell’Anese e Annibale Vitellozzi.
Articolata in quattro corpi, include depositi, uffici, sale lettura e una collezione d’arte contemporanea con opere di Consagra e Capogrossi. Spazi900, aperto nel 2015, celebra poi autori come Elsa Morante e Pier Paolo Pasolini con manoscritti e arredi originali. E ancora: una galleria multimediale racconta la storia della biblioteca, mentre i giardini ospitano una cavea per spettacoli.
Come arrivare: è raggiungibile con la Metro B (Castro Pretorio) o prendendo il bus 75.
