Le auto ibride plug-in inquinano come diesel e benzina?
- Postato il 16 ottobre 2025
- Economia
- Di Blitz
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Le auto plug-in ibride, considerate a lungo una soluzione “ponte” verso la mobilità sostenibile, si rivelano meno green del previsto. È quanto emerge da una nuova indagine condotta dall’organizzazione no profit Transport & Environment (T&E), che accende i riflettori sull’impatto reale delle Phev, le cosiddette auto “con la spina”, dotate sia di motore elettrico sia di propulsore a combustione interna.
Secondo i dati ufficiali Wltp, in vigore in Europa dal 2017, queste vetture dovrebbero emettere 35 grammi di CO₂ per chilometro. Ma la realtà, stando all’analisi di T&E basata su 127mila veicoli, racconta altro: le emissioni reali sarebbero in media di 135 grammi per km, quasi quattro volte tanto. Per confronto, le auto a benzina e diesel producono 139 grammi di CO₂ per km nei test Wltp, che diventano 166 nella guida quotidiana.
Il motivo principale di questo scarto, spiegano i ricercatori, sta nelle ipotesi irrealistiche dei test. Nelle prove di omologazione si presume che l’83% della guida avvenga in modalità elettrica, ma in realtà la percentuale media si ferma intorno al 27%. In altre parole, chi possiede una plug-in ricarica poco e usa spesso il motore termico, vanificando i benefici ambientali.
“Emissioni più alte anche in modalità elettrica”
Non solo: la ricerca di T&E evidenzia che anche quando le ibride plug-in viaggiano in modalità elettrica, i livelli di emissione restano più alti del dichiarato. Gli esperti spiegano che questi veicoli, “anche se guidati in modalità elettrica”, emettono 68 grammi di CO₂/km contro i 35 dichiarati, “perché i motori elettrici non hanno potenza sufficiente” per garantire la spinta richiesta.
In determinate situazioni – per esempio in salita o durante accelerazioni decise – “deve entrare in funzione il motore a combustione”. Il risultato è che i vantaggi ambientali, in condizioni reali, si riducono drasticamente.
Sul fronte economico, l’indagine mostra che anche i consumi di carburante superano le stime Wltp, con una spesa aggiuntiva media di circa 500 euro l’anno per i proprietari. Un dettaglio che pesa meno su una fascia di utenti già benestante: il prezzo medio delle plug-in, secondo Bloomberg, è di 55.700 euro nei principali mercati europei, 15.200 euro in più rispetto alle elettriche pure.

Le reazioni e la stretta della Commissione europea
Un altro problema individuato riguarda l’assenza di sistemi di ricarica rapida su molti modelli, fattore che “riduce l’incentivo dei conducenti a ricaricare regolarmente” le batterie. T&E segnala inoltre che falle nei test Wltp avrebbero consentito “a quattro importanti gruppi automobilistici di evitare oltre 5 miliardi di euro di multe tra il 2021 e il 2023”.
La Commissione europea, tuttavia, sarebbe pronta a intervenire. L’organizzazione riferisce che Bruxelles sta lavorando per “allineare meglio i dati ufficiali all’effettivo utilizzo dei veicoli ibridi plug-in su strada”, con nuove regole previste tra il 2026 e il 2028.
Il commento più netto arriva da Lucien Mathieu, direttore del settore automobilistico di T&E: “Le auto ibride plug-in sono uno dei più grandi bluff della storia dell’automobile. Inquinano quasi quanto le auto a benzina. Anche in modalità elettrica inquinano otto volte di più rispetto a quanto dichiarato nei test ufficiali. La neutralità tecnologica non può significare ignorare la realtà che, anche dopo un decennio, i veicoli ibridi plug-in non hanno mai prodotto risultati”.
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