Le auto elettriche cinesi corrono verso la Borsa. Ecco perché
- Postato il 25 ottobre 2024
- Economia
- Di Formiche
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Non bastava aver messo a soqquadro l’intero mercato delle auto elettriche globale. Ora le case automobilistiche cinesi, vanno a caccia di soldi, forse per diventare ancora più competitive di quanto non siano già. Con tutte le conseguenze del caso già viste, a cominciare dalla crisi, decisamente nera, dell’industria tedesca. Byd e le sue sorelle si starebbero dirigendo sui mercati per raccogliere liquidità, attraverso Ipo, per colmare le perdite di cassa subite proprio per l’eccessiva concorrenza del settore, all’interno della Cina. Vale per tutti il caso di Horizon Robotics, che ha raccolto 5,4 miliardi di dollari sui listini di Hong Kong (696 milioni di dollari).
Più nello specifico, il produttore di chip per auto a guida autonoma, che vanta clienti del calibro di Alibaba, Baidu, Byd, Intel e Volkswagen, ha venduto 1,36 miliardi di azioni a 3,99 dollari di Hong Kong. Anche altre aziende, come Zongmu e Minieye, hanno depositato quest’anno i prospetti di Ipo presso la borsa di Hong Kong, insieme al produttore di veicoli elettrici Hozon. Altrove, lo sviluppatore di tecnologia di guida autonoma Momenta e gli operatori di robotaxi WeRide e Pony.ai hanno fatto pressioni con successo sui regolatori per consentire loro di quotarsi negli Stati Uniti.
Pony.ai ha, per esempio, depositato il suo prospetto la scorsa settimana per quotarsi al Nasdaq. Insomma, nonostante la predominanza sul mercato, la quotazione in borsa resta fondamentale per i gruppi automobilistici cinesi, rimasti a corto di liquidità, per sopravvivere in un mercato affollato in cui è in atto un consolidamento. Come raccontato da Formiche.net nelle scorse settimane, infatti, la stessa Byd riceve puntualmente ingenti sussidi da parte di Pechino, potendosi così permettere di abbattere il costo per chi vuole comprare un’auto elettrica. I rivali di Byd in Cina hanno provato a rimanere in scia, adeguando il proprio listino, ma non ricevendo sussidi o incassandone solo una minima parte, rispetto a quelli percepiti di da Byd.
Ora la domanda è: la corsa alla quotazione ormai innescata in Cina, che effetti avrà sul mercato? Farà dei produttori cinesi dei nemici ancora più temibili per le case automobilistiche occidentali? L’Europa, lo scorso 4 luglio, si è attrezzata. Bruxelles ha deciso di imporre provvisoriamente, a partire dal 4 luglio, dazi compensativi provvisori (che potrebbero fruttare alle casse dei Paesi membri fino a 2 miliardi di euro) sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina, a meno che non si fosse trovato nel frattempo un accordo con le autorità cinesi per risolvere la questione. Accordo che però non è arrivato.