Le auto di lusso, il bar copertura e tre dipendenti: ecco come cocaina e crack arrivavano nelle piazze del centro storico

  • Postato il 10 ottobre 2025
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  • Di Genova24
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Genova. Era un bar di piazza Barabino a Sampierdarena  la centrale di rifornimento di decine di spacciatori del centro storico genovese al centro della maxi operazione della polizia locale che ha portato oggi all’arresto di 20 persone.

Il locale, acquistato nel settembre 2023 da Bathie Thioub, senegalese 45enne insieme alla moglie Soda, era stato scelto proprio per la sua posizione: abbastanza lontana dalle piazze di spaccio del centro storico, ma comodamente raggiungibile anche in bus. Il locale-copertura aveva sostituito altre centrali di spaccio, in centro storico tra via della Maddalena e via del Campo, in appartamenti di cui il 45enne aveva la disponibilità ma che eran diventati troppo rischiosi per i continui controlli e pattuglioni delle forze dell’ordine.

Nel bar invece, il via vai e anche l’arrivo di una volante era più facile da tenere sotto controllo. La vendita degli ovuli di cocaina e crack agli spacciatori avveniva comunque di solito in una delle due salette interne, ma talvolta anche al bancone. La coppia arrestata questa mattina su ordinanza di custodia cautelare chiesta dalla procura e firmata dalla gip Camilla Repetto aveva messo su un piccolo impero dello spaccio, tanto da giustificare un tenore di vita alto e un locale con tre dipendenti a tempo pieno. Ma il bar, dove secondo gli appostamenti degli investigatori i clienti che entravano e consumavano non potevano certo bastare a mantenere l’attività, era un paravento, una copertura per lo spaccio.

La gip scrive che Bathie Thioub è emerso come un vero e proprio imprenditore nel traffico illecito degli stupefacenti, con capacità manageriali non comuni e in grado di gestire una numerosa rete di spacciatori.

La fiorente attività, con un viavai quotidiano di giovani stranieri, nella maggior parte senegalesi e molti dei quali irregolari, consentiva a lui e alla moglie 25enne Soda Thioub di avere un tenore di vita piuttosto alto tanto da potersi permettere di girare con Mercedes e Bmw da 40mila euro e da poter progettare costosi lavori di ristrutturazione del locale che gestivano

La moglie si occupava di trasferire la droga acquistata dal marito (secondo quanto emerso da grossisti del torinese) tra i vari appartamenti e locali di cui avevano la disponibilità anche perché al contrario del marito era incensurata e cmq essendo una donna correva minori rischi di essere perquisita per strada. Ma la 25enne non aveva un ruolo di secondo piano nell’organizzazione: in diversi episodi, scrive la giudice, si è dimostrata in grado di reggere, da sola, le fila dell’organizzazione, gestendo con acume le ordinazioni di droga fatte dai pusher e diventando punto di riferimento per gli stessi spacciatori, esattamente come il marito. I due erano coadiuvati da serie di complici fidati, a partire dai dipendenti del bar pronti a mettere la “droga nel forno” in caso di controlli come era avvenuto quando la polizia locale era arrivata per verificare il rispetto della normativa edilizia.

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Una delle tante cessioni di stupefacenti all'interno del locale

Nel corso delle indagini sono state documentate almeno 150 cessioni di droga2: “pietre” di crack o “palline” di cocaina. Ne emerge un quadro di spacciatori disperati che spesso non trovano un posto dove andare a dormire, che spesso chiedono la droga “a credito” e sono pronti a lasciare il proprio cellulare a garanzia. “I ragazzi senegalesi vogliono stare tutti nella via” dice uno spacciatore riferito a via Pré “ma è pericoloso. Lì li prendono subito”. “E’ meglio avere il telefono” dice un altro, e poi “in quella zona non ci voglio vendere perché i clienti non hanno soldi”.

Autore
Genova24

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