Lazio-Roma, scontri e feriti: il ritorno della violenza ultras

  • Postato il 14 aprile 2025
  • Di Panorama
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L’allarme suona forte da almeno un anno e mezzo, da quando la contabilità degli incidenti e dei feriti intorno agli stadi italiani ha ripreso a salire. Quanto accaduto prima del derby della Capitale tra Lazio e Roma, purtroppo, non sorprende gli addetti ai lavori e si inserisce in un quadro di peggioramento complessivo delle situazioni di ordine pubblico che non riguarda solo il calcio e le manifestazioni sportive. Intorno all’Olimpico si sono vissute ore di grande preoccupazione con un bilancio finale pesante: 13 agenti feriti, non in modo grave. E solo il lavoro di prevenzione e repressione messo in campo dalla Questura ha evitato che gli scontri si trasformassero in guerriglia, facendo sì che mancasse il contatto diretto tra i gruppi ultras delle due squadre romane.

Una situazione che ha spinto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ad annunciare una nuova stretta. Il Viminale inserisce quanto accaduto all’Olimpico in un elenco più articolato di segnali di allarme, comprendente anche le scene vissute a Milano nel corso del corteo pro-Pal e quanto visto a Roma nel corso di un intervento per un rave abusivo: “A fronte di questi comportamenti indegni e inaccettabili le forze di polizia continuano a svolgere il proprio lavoro con equilibrio e professionalità, garantendo la sicurezza della collettività in condizioni molto difficili. A loro va la gratitudine e il pieno sostegno del governo. Per questo, oltre al decreto-legge sicurezza appena varato, siamo determinati a portare avanti ogni ulteriore misura necessaria per garantire l’incolumità degli uomini e delle donne in divisa”.

Da qualche mese il clima intorno al calcio italiano è cambiato in peggio. Da una parte le affluenze record negli stadi, con una media nel campionato in corso di Serie A che è di oltre 30.000 presenze per match – conferma di un trend in crescita dopo anni di disaffezione -, dall’altra gli interventi sempre più frequenti dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive (ONMS) e delle prefetture e questure delle singole città per estendere divieti di trasferta ed evitare incroci pericolosi. Non senza qualche cortocircuito, come Venezia dove di fatto le tifoserie avversarie non sono quasi mai ammesse, oppure il caso di Empoli-Cagliari in cui è dovuto intervenire d’urgenza il Tar per sospendere il ‘no’ al viaggio dei supporter sardi in terra toscana.

Il bilancio del 2024 è pesante: 273 uomini delle forze dell’ordine feriti nel corso di incidenti all’esterno degli stadi italiani. Un anno prima erano stati la metà: 120. E alla fine della stagione 2021/2022, la prima col ritorno alla presenza piena negli impianti dopo le strette della pandemia, il conto si era fermato a 72. E’ come se il ritorno in massa a seguire le partite di calcio sia conciso con il ritorno alle vecchie abitudini. Una tendenza che il Viminale non accetta, mentre l’inchiesta milanese sul malaffare delle curve di Inter e Milan sta portando alla luce comportamenti criminali radicati nel corso degli anni. A San Siro la Procura di Milano è convinta di aver sradicato il marcio e di poter imporre un nuovo modello di tifo, così come accaduto nella Torino bianconera dopo i colpi di Alto Piemonte e Last Banner; il fenomeno, però, segnala recrudescenze dure a morire e il rischio è che si apra una nuova stagione di repressione e tensioni intorno al pallone.

Autore
Panorama

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