Lavoro: meglio consegnato in tempo che perfetto
- Postato il 23 novembre 2024
- Di Focus.it
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È meglio consegnare un lavoro senza errori ma in ritardo, o con qualche errore rispettando le scadenze? Secondo uno studio pubblicato su Organizational Behavior and Human Decision Processes sarebbe decisamente meglio consegnare in tempo un lavoro: non rispettare una deadline è infatti molto mal visto da colleghi e capi, che ritengono che chi consegna un lavoro in ritardo sia poco corretto. «Volevamo capire in che modo il rispetto delle scadenze influenza le menti e le azioni degli altri nei confronti dei lavoratori», spiega Sam Maglio, uno degli autori.. Lo studio. Lo studio ha coinvolto migliaia di lavoratori britannici e statunitensi, tra cui manager, dirigenti e personale delle risorse umane. Ai partecipanti è stato chiesto di valutare diversi tipi di lavori – come volantini pubblicitari, proposte di business, articoli, fotografie e presentazioni di prodotti – dopo aver saputo se erano stati consegnati in anticipo, in tempo o in ritardo. I risultati hanno evidenziato che, a prescindere dalla qualità del lavoro, chi valutava giudicava negativamente le consegne oltre il limite stabilito ed era meno propenso a lavorare con chi aveva sforato la scadenza.. Non troppo presto, ma nemmeno troppo tardi. Curiosamente, chi aveva consegnato in anticipo non ha ricevuto valutazioni migliori rispetto a chi aveva consegnato a ridosso della scadenza. Inoltre se il lavoro veniva inviato in ritardo, non importava di quanto: un giorno o una settimana non faceva differenza, la valutazione era ugualmente negativa. Anche il fatto di aver avvisato per tempo il capo del ritardo nella consegna non incideva positivamente sull'opinione dei valutatori.. Un'eccezione. L'unico caso in cui ai lavoratori era concessa un'attenuante era quando il motivo del ritardo non dipendeva da loro ma da fattori esterni, come quando un impiegato veniva chiamato come giurato in tribunale. «Se il motivo per cui non rispetti una deadline non dipende da te, avvisa il tuo capo», consiglia Maglio, «questo è uno dei pochi casi in cui le persone sono disposte a perdonarti»..